Ferrovia Fano-Urbino, chi l'ha vista? Biancani (Pd): «Ecco costa sta succedendo in Regione»

Ferrovia Fano-Urbino, chi l'ha vista? Biancani (Pd): «Ecco costa sta succedendo in Regione»
Ferrovia Fano-Urbino, chi l'ha vista? Biancani (Pd): «Ecco costa sta succedendo in Regione»
di Maria Teresa Bianciardi
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Lunedì 19 Dicembre 2022, 20:38 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 15:55

PESARO - Che fine hanno fatto la linea ferroviaria Fano-Urbino e la nuova pista ciclabile sul Metauro? Lo domanda il vice presidente del consiglio regionale Andrea Biancani (Pd) in una interrogazione diretta alla giunta di centrodestra, perchè la consegna dello studio di fattibilità commissionato a Rfi «era stata assicurata entro maggio 2021 e invece dopo un anno e mezzo ancora non si sa nulla». In un atto ispettivo, sottoscritto anche dalla consigliera Micaela Vitri e da tutto il gruppo del Pd, il consigliere regionale Biancani ricostruisce la vicenda dal 1987 ad oggi, sollevando quesiti sui ritardi e sui costi lievitati degli ultimi due anni.

Ferrovia Fano-Urbino, Biancani (Pd): «Studio di fattibilità mai consegnato»

L’unico studio disponibile sul ripristino della tratta ferroviaria «resta quello del 2003 redatto dalla Svim su commissione della Regione, con un costo stimato per almeno 80 milioni, ai quali andavano aggiunti la gestione, l’adattamento delle strade, gli espropri, i sovrappassi e molte altre voci che lo avrebbero fatto almeno raddoppiare», spiega il consigliere regionale del Partito democratico«Dopo vent’anni la situazione non può che essere peggiorata, con un ulteriore degrado dell’infrastruttura e un aumento dei prezzi per la posa in opera. Eppure quel tanto sbandierato studio di fattibilità, costato 1 milione di euro di fondi statali, è stato usato in campagna elettorale come leva per scardinare il precedente progetto di ciclabile lungo il vecchio tracciato, dentro l’attuale proprietà di Rfi».


 

«Cestinato un progetto con pochi esprospri, al contrario di quello attuale»

 

Il consigliere regionale dem nel documento sottolinea che la giunta Acquaroli ha deciso di cancellare l'idea che lui stesso aveva seguito personalmente nella precedente legislatura: «Un tracciato sicuro, dal costo ridotto, che necessitava di pochi espropri, senza togliere porzioni di proprietà ai privati. Ma soprattutto, dopo 35 anni di abbandono e false promesse, eravamo arrivati a un passo dalla svolta con un progetto sostenibile e di vera riqualificazione ambientale, una pista ciclo-pedonale compatibile con l’attivazione di un mezzo di trasporto (navetta), anche elettrico, in grado di collegare Fano con il centro di Urbino, che avrebbe ridato vita ad una infrastruttura dimenticata. La nuova amministrazione regionale ha cestinato anni di lavoro preferendo un progetto senza senso che invade terreni privati e obbliga a dispendiosi espropri, sprecando risorse pubbliche».


 

«Il primo lotto costa 2 milioni in più  e i chilometri saranno inferiori»

 

E proprio in termini di costi, Biancani segnala che «la Regione per costruire il primo lotto della nuova ciclovia del Metauro ha già previsto 2 milioni di euro in più rispetto ai 4,5 milioni stanziati dal precedente governo regionale. Un aumento previsto non per allungare il tracciato, ma per sobbarcarsi tutte le maggiori spese necessarie per gli espropri e per realizzare costose infrastrutture, come ad esempio i ponti. Per assurdo il totale dei chilometri che sarà realizzato nel primo lotto sarà addirittura inferiore al precedente, ma con un investimento aumentato di quasi del 50%. Il rischio è ritrovarsi un’infrastruttura ferroviaria, lunga circa 50 chilometri e larga 10 metri, inutilizzata sia per il treno che per la ciclabile per i prossimi decenni».

 

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