By pass del sud, non ci sono progetti: siamo all’anno zero

By pass del sud, non ci sono progetti: siamo all’anno zero
By pass del sud, non ci sono progetti: siamo all’anno zero
di Martina Marinangeli
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Domenica 3 Luglio 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 09:09

ANCONA - No ad una linea ferroviaria Adriatica dritta, arretrata a 30 chilometri dalla costa. Sì ai bypass per stralci tra Porto San Giorgio e Grottammare, e tra Porto Recanati e Civitanova, oltre a prolungare fino a Mondolfo quello già finanziato con 1,2 miliardi di euro a Pesaro, (che contempla anche una Green Line per bici e pedoni) con ipotesi di prosecuzione fino ad Ancona.

L’apertura sulla tratta della discordia fatta dal ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini, venerdì a Pesaro, è stata accolta positivamente dal territorio, che chiede un arretramento dell’intero tracciato per evitare che il potenziamento della linea - a regime, arriverebbe ad avere una capacità massima di 176 treni merci al giorno, uno ogni 8 minuti - impatti eccessivamente sulla vocazione turistica della costa e sull’ambiente.

Per il momento, tuttavia, siamo alle parole. Per i fatti, serviranno anni. Allo stato attuale delle cose, infatti, non ci sono progetti elaborati - neanche bozze di studi - per gli snodi a sud di Pesaro annunciati dal titolare del dicastero alle Infrastrutture. E le eventuali risorse per realizzarli per ora non compaiono nel contratto di programma 2022-2026 siglato tra Mims e Rfi. 


L’unico documento che ad oggi esiste, è quello che raccoglie i desiderata dei Comuni coinvolti, con le richieste rivolte ad Rfi. Nella maggior parte dei casi, i sindaci vorrebbero un arretramento della linea adriatica lungo il tracciato dell’autostrada A14, così dare ossigeno alle spiagge. È questa la proposta avanzata da Pesaro, Fano e Mondolfo nel nord della regione, e da Porto San Giorgio, Pedaso, Campofilone, Altidona e Cupra Marittima, scendendo verso sud. Più complicata, invece, la richiesta di Potenza Picena e Civitanova Marche, che vorrebbero interramento dell’attuale sede della linea, ma i costi dell’operazione difficilmente sarebbero sostenibili. Ma, appunto, si tratta di desiderata. E considerando i tempi biblici che ci vogliono in Italia per cantierare le opere, siamo alle calende greche. Compresi nei finanziamenti già previsti da Rfi, ci sono invece il bypass di Falconara - una volta completato il progetto, i binari non passeranno più all’interno della raffineria Api - e la realizzazione della nuova stazione di Loreto con rettifica dei binari. 


Per scovare un vero e proprio progetto di arretramento della ferrovia che vada oltre i bypass per singoli Comuni - a parte quello elaborato dall’Ordine degli ingegneri di Ancona lungo tutta la costa marchigiana, dal costo di circa 10 miliardi - bisogna tornare indietro al 2003, quando l’allora presidente della Provincia di Ancona, Enzo Giancarli, lo fece mettere nero su bianco. Si parlava del tratto che da Cesano corre giù fino ad Ancona sud. Erano state addirittura analizzate quattro alternative, corrispondenti ad un diverso punto di inizio dell’arretramento. Tutte avevano in comune il tratto che andava dalla stazione di Ancona Sud al nodo di Falconara-Chiaravalle.

Un percorso, lungo circa 19 km, che iniziava appunto dalla stazione di Ancona Sud, nell’area compresa tra la A14 e l’attuale ferrovia, proseguendo fino al nodo di Falconara-Chiaravalle. Gli attuali binari sarebbero stati adibiti a metropolitana di superficie tra Senigallia e Ancona Sud con due appendici, una da Falconara Marittima a Chiaravalle e l’altra da Ancona Centrale ad Ancona Marittima. Un progetto che non ha mai visto la luce a causa dei costi. Che oggi sia finalmente cambiata la rotta sull’Adriatica, come fa sperare l’apertura di Giovannini? Ai posteri l’ardua sentenza. La speranza è l’ultima a morire.

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