Acquaroli: «Dorsale adriatica sempre esclusa da strategie di sviluppo nazionali. Siamo contro gli interventi localistici senza una visione complessiva»

Acquaroli: «Dorsale adriatica sempre esclusa da strategie di sviluppo nazionali. Siamo contro gli interventi localistici senza una visione complessiva»
Acquaroli: «Dorsale adriatica sempre esclusa da strategie di sviluppo nazionali. Siamo contro gli interventi localistici senza una visione complessiva»
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 7 Aprile 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 12:21
Cambia il verso della polemica che corre sui binari, Francesco Acquaroli. Il governatore soprattutto ammaina le bandiere: «Le risorse vengono stanziate solo per opere cantierabili. Punto».
Che fine ha fatto il progetto dell’Alta velocità in arretramento lungo la linea Adriatica? 
«L’interlocuzione con il ministero è continua, come dimostra la presenza costante nelle Marche dei due viceministri Bignami e Rixi. In questi mesi si sono affrontate numerose questioni: la risoluzione dei voli aerei di continuità territoriale per Roma, Milano e Napoli, lo sviluppo del porto, i tavoli avviati sull’A14, lo sblocco di numerose infrastrutture strategiche, come la Guinza o la variante di Macerata. Tantissimi i dossier trattati, tra cui quello della ferrovia Adriatica. Siamo al lavoro per comprendere le soluzioni tecniche da calare in ipotesi progettuali. In via informale: abbiamo effettuato dei sopralluoghi con i vertici di Ferrovie proprio per far comprendere le nostre preoccupazioni». 
Per mesi sono state roventi le polemiche politiche tra chi voleva procedere con i bypass già finanziati, Pesaro e Fano, e chi chiedeva un piano complessivo declinato su tutte le Marche. Dopo l’insediamento del nuovo Governo, di centrodestra, i toni si sono abbassati. Come mai?
«Perché finalmente ne parliamo, nei tavoli, al ministro, nelle numerosissime riunioni organizzate sin dall’insediamento dell’esecutivo. Era difficile rispondere in sei mesi a tutti i ritardi accumulati in 40 anni».
Il dilemma non è stato sciolto: procedere per raccordi o realizzare una seconda coppia di binari in arretramento per le merci, lasciando l’altra al trasporto pubblico locale?
«La nostra posizione non è cambiata, anche e soprattutto a seguito delle verifiche fatte sul campo. Quella attuale non può diventare la linea merci per il sistema Paese e l’arretramento, o meglio la realizzazione di un nuovo tracciato, dev’essere compatibile con la vocazione del nostro territorio». 
Un dato è incontrovertibile: le Marche, insieme ad Abruzzo e Molise, restano le uniche regioni tagliate fuori dall’Alta velocità.
«È così, purtroppo finora la dorsale adriatica è stata sempre esclusa dalle strategie di espansione nazionali, ed è per questo che ci battiamo contro gli interventi localistici e parziali che non prevedono una visione complessiva che possa riammettere questa parte del territorio nelle linee di sviluppo».
Un progetto tuttavia è già stato finanziato con 1,8 miliardi nella Legge di Bilancio approvata nel 2021: quello del bypass di Pesaro che si allunga fino a Fano. Alla fine ha avuto ragione il sindaco, targato centrosinistra, Matteo Ricci, a voler procedere in solitaria?
«Il problema è il bypass su una singola città o la visione complessiva per la realizzazione di un’opera strategica per tutte le Marche e per la dorsale Adriatica?».
Nella Finanziaria, approvata lo scorso dicembre, i fondi per sviluppare il progetto fino a Senigallia, per poi proseguire con i lotti del sud, come aveva chiesto la Regione, non c’erano. Che si fa, ora?
«In un’epoca dove le risorse scarseggiano, in maniera particolare nel momento in cui si approvava la Manovra, nella quale si è dovuta affrontare l’emergenza bollette ed energia, ritengo normale che un Governo appena insediato non stanzi somme di denaro per un progetto che non c’è». 
L’incubo corre sulla strada ferrata. Ora si rischia anche di perdere i 500 milioni del Pnrr destinati al raddoppio della Orte-Falconara. Che fare?
«Siamo tutti convinti che su quella direttrice non si tornerà indietro, il potenziamento sarà realizzato. Non bisogna confondere i problemi di natura burocratica e procedurale col rispetto dei tempi e con l’obiettivo finale».
 
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