La fase 2 arruola anche professori e amministrativi: il vaccino sbarca a scuola

La fase 2 arruola anche professori e amministrativi: il vaccino sbarca a scuola
La fase 2 arruola anche professori e amministrativi: il vaccino sbarca a scuola
di Martina Marinangeli
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Giovedì 11 Febbraio 2021, 04:05

ANCONA -  Vaccinazioni AstraZeneca a personale docente ed Ata dal 20 febbraio. È la volontà espressa dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, ieri, durante il tavolo di confronto con il mondo della scuola sulla situazione epidemiologica degli istituti. Nella stessa data è previsto l’avvio della somministrazione della profilassi agli over 80 ed i centri di vaccinazione – 15 distribuiti tra le cinque province, per lo più in palazzetti dello sport – sarebbero condivisi, utilizzando due percorsi differenziati. 

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Un’accelerazione sulla tabella di marcia predisposta per la fase 2 che, però, vede uno step intermedio nell’incontro chiesto all’Istituto superiore di sanità per avere delucidazioni sulla validità del farmaco AstraZeneca, considerando che buona parte del personale delle scuole è over 55.

Una platea, quella costituita da insegnanti e personale Ata, di circa 33.100 soggetti. Tra Stato e Regioni si è però aperto un divario sulla pianificazione della seconda fase della campagna vaccinale. Il governo ha aggiornato il Piano nazionale indicando una lista di sei categorie prioritarie, ma i territori hanno sollevato più di un dubbio sulla reale applicabilità della road map e sui target stessi individuati dall’esecutivo. 


A rendere ancora più complicata la situazione, la fase transitoria che sta vivendo Palazzo Chigi, benché sulle misure anti-Covid si lavori a pieno regime. In base alla rimodulazione del piano vaccinale, Pfizer e Moderna saranno somministrati agli over 80 ed ai più fragili, mentre AstraZeneca – che ieri ha ricevuto il via libera dall’Oms per la somministrazione nei Paesi in cui sono presenti varianti ed anche sui soggetti over 65 – sarà destinato ai soggetti al di sotto dei 55 anni, prioritariamente a personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti. Nella fase 2 sono stati individuati sei target da vaccinare in via prioritaria: innanzitutto, i soggetti “estremamente vulnerabili” per particolari patologie, indipendentemente dall’età. 


Si tratta di persone con malattie respiratorie, cardiocircolatorie, condizioni neurologiche e disabilità, diabete ed endocrinopatie severe, fibrosi cistica, patologia renale, malattie autoimmuni, malattie epatiche e cerebrovascolari, patologia oncologica, sindrome di Down, trapianto di organo solido, grave obesità. La seconda categoria prioritaria è quella che comprende le persone tra 75 e 79 anni, seguita dai soggetti tra 70 e 74 anni, e dalle persone con particolare rischio clinico dai 16 ai 69 anni. Poi ci sono le persone tra 55 e 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico e, infine, i soggetti tra 18 e 54 anni senza aumentato rischio clinico. 


Alle prime cinque categorie andranno i vaccini Pfizer e Moderna, mentre alla sesta quello AstraZeneca. I territori, però, non sono del tutto convinte della rimodulazione approntata dal governo e, in un documento formalizzato in Conferenza Stato-Regioni, esprimono perplessità sull’applicabilità del nuovo piano, resa difficile dall’indeterminatezza di alcune indicazioni. Ad esempio, scrivono le Regioni, vanno chiariti «in maniera più specifica quali sono i target prioritari da vaccinare con le dosi disponibili e con riferimento alla categoria 6 (vaccini per i soggetti tra i 18 e 54 anni), nonché cosa si intende per servizi essenziali». 


Le Regioni chiedono di concentrarsi «sulle indicazioni necessarie a consentire da subito l’utilizzo del vaccino AstraZeneca, partendo dal personale scolastico e universitario docente e non docente, e rinviando ogni altra considerazione ad un ulteriore approfondimento da condurre a livello tecnico». Quello che si vorrebbe fare anche qui nelle Marche, insomma.

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