Luoghi del cuore, al top
il monastero degli Zoccolanti

Luoghi del cuore, al top il monastero degli Zoccolanti
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Mercoledì 18 Febbraio 2015, 19:04 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 11:23

ANCONA - Al ventottesimo posto in Italia, il monastero degli Zoccolanti a Corridonia guida la classifica Fai dei Luoghi del Cuore 2014 delle Marche.

A seguire la la chiesa rurale di San Procolo a Monte Vidon Combatte (Fermo), 83/o posto in Italia con 4.028, il Parco Archeologico Regionale della città romana di Suasa a Castelleone di Suasa (Ancona, 96/o posto con 3.340 segnalazioni), l'Antico cimitero settecentesco o Ossario di Porto S. Giorgio, al 98/o posto con 3.332 voti.

Ci sono poi la Costa del Passetto, Scogliere e Grotte della Seggiola del Papa ad Ancona, 123(o posto con 2.500 segnalazioni, la Villa Romana di Monte Torto a Osimo (Ancona), 166/a con 1.823 voti e Villa la Quiete o Villa Spada a Treia (Macerata), 176/a con 1.750 voti.

Il Monastero degli Zoccolanti di Corridonia domina il paese dalla cima di un colle. La struttura fu realizzata nel 1500 per ospitare i frati Francescani dell'ordine minore degli Zoccolanti (chiamati così perchè ebbero il permesso di indossare zoccoli di legno per difendersi dai serpenti delle zone montuose).

Fu uno dei monasteri più importanti della zona - ospitò anche la prima Università religiosa delle Marche - fino al 1810 quando gli ordini monastici furono soppressi con un decreto napoleonico e la struttura venne prima venduta e poi data in affitto a privati per gli usi più diversi.

Nel 1900, una volta tornata in possesso del Comune, venne adibita a lazzaretto, a centro profughi durante la Grande Guerra e a rifugio per sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale, finchè intorno agli anni '60 rimase disabitata e iniziò il suo lento e inesorabile declino.

Oggi il Monastero è pesantemente danneggiato - sottolinea il Fai -: il tetto della chiesa è crollato e il resto della struttura è stato puntellato per il pericolo di ulteriori cedimenti. Da tempo le amministrazioni che si sono succedute promettono il restauro della struttura ma a oggi nulla è stato fatto.

La chiesa rurale di San Procolo a Monte Vidon Combatte è stata costruita e restaurata con materiale recuperato da edifici più antichi e proveniente da diverse zone. Sulla facciata laterale sono presenti elementi in laterizio, travertino, mattone in cotto e arenaria decorata secondo i classici stili longobardi: all'interno si trovano i resti di un'antica macina, due cicli di affreschi e nell'abside una Crocifissione con l'Addolorata e San Giovanni. Oggi la chiesa presenta infiltrazioni d'acqua e cedimenti strutturali, soprattutto nella zona dell'altare.

Il Parco Archeologico Regionale della città romana di Suasa a Castelleone di Suasa è dal 1987 oggetto di ricerche da parte del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche.

Il programma di scavi ha permesso di rinvenire l'antica strada basolata, il foro commerciale, due aree sepolcrali, l'anfiteatro e soprattutto la Domus dei Coiedii, ricca abitazione patrizia. Purtroppo le cattive condizioni metereologiche degli ultimi anni hanno danneggiato il sito: di recente una grande massa di acqua e fango si è riversata dalla collina sui mosaici e sulle strutture antiche compromettendone la conservazione.

L'Antico cimitero settecentesco o Ossario a Porto San Giorgio, risalente alla seconda metà del Settecento, è annesso alla vecchia chiesa di San Giorgio ed è riconoscibile per i quattro teschi modellati su un cornicione e per la decorazione in rilievo che rappresenta due femori incrociati.

Il cimitero è caratterizzato da un'elegante struttura in laterizio, al centro della quale si apre il portale di accesso con due aperture chiuse da inferriate. Sopra al portale lo stemma in pietra del Cardinale e Principe di Fermo Cesare Brancadoro. Oggi il luogo non è accessibile per problemi di stabilità della struttura.

La Villa Romana di Monte Torto a Osimo sorge su una terrazza naturale in una distesa di vigneti e oliveti. Si tratta di una villa rustica romana, costruita tra il I e il VI secolo d.C., di cui fino a ora è stata localizzata solo la pars fructuaria, quella destinata ad assolvere funzioni produttive e fornita di impianti agricoli e magazzini.

Il complesso si articola in una serie di ambienti come il frantoio, le cantine e il magazzino, collegati fra loro e disposti lungo il lato orientale di un ampio cortile porticato. A valle è stata individuata una cisterna a cielo aperto a pianta circolare. Nella zona si trovano anche altri insediamenti, sepolcreti e tombe monumentali di epoca romana.

L'area archeologica di Monte Torto versa in condizioni di degrado dopo che nel 2012 la grande nevicata ha provocato il crollo delle tettoie che ne proteggevano le strutture: l'area non è accessibile, sommersa dalle erbacce e con le tettoie contorte, deformate dal peso della neve.

Villa La Quiete (o Villa Spada) a Treia, una delle più belle del Maceratese, è stata ricostruita dopo il 1815 su disegno dell'architetto Giuseppe Valadier, sullo spazio prima occupato da un convento. Oltre a essere considerata uno dei capolavori del Valadier, ha avuto notevole importanza anche in campo agricolo grazie alla presenza di serre con colture sperimentali che hanno suscitato l'interesse del mondo accademico e scientifico.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Villa è stata utilizzata come campo di internamento femminile, mentre dal 1960 al 1980 è diventata scuola dell'infanzia. Nel corso degli anni l'edificio, attualmente del Comune di Treia, è caduto in rovina.

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