Marche non più teleguidate, finisce l’era dei commissari: ecco chi è sulla rampa di lancio

Marche non più teleguidate, finisce l’era dei commissari: ecco chi è sulla rampa di lancio. Nella foto Elena Leonardi
Marche non più teleguidate, finisce l’era dei commissari: ecco chi è sulla rampa di lancio. Nella foto Elena Leonardi
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Marzo 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 12:45

ANCONA -  Il 2021 e buona parte del 2022 hanno rappresentato un cono d’ombra per le Marche. Teleguidate da fuori regione per quanto riguarda la politica; bacchettate da Roma per le divisioni interne agli industriali. Commissari nominati dai Governi nazionali per ogni grande opera infrastrutturale. In pratica, le decisioni per il territorio venivano prese spesso e volentieri oltreconfine. Come se la nostra regione non fosse in grado di esprimere figure all’altezza di tenere in mano le redini. O fosse tafazzianamente vittima della logica dei campanili che impediva la sintesi. Ora uno squarcio di luce si apre all’orizzonte.

 

Le donne al comando


I primi in ordine di tempo ad uscire dall’era del commissariamento sono stati i Fratelli d’Italia, che lo scorso maggio hanno scelto come coordinatrice la senatrice Elena Leonardi, dopo due anni di reggenza dell’umbro Emanuele Prisco, oggi sottosegretario.

La scelta di mettere un commissario alla guida del partito si era resa necessaria dopo le dimissioni del coordinatore Carlo Ciccioli, che nel frattempo si era candidato - centrando l’obiettivo - alle Regionali. Più fresca di elezione è invece la nuova leader del Pd Chantal Bomprezzi, eletta segretaria il 26 febbraio. Dopo aver perso Palazzo Raffaello, i dem hanno attraversato un periodo da notte dei lunghi coltelli, con le varie correnti in lotta tra loro. T

anto che da Roma decisero - ma solo dopo mesi di anarchia - di intervenire, nominando commissario prima Matteo Mauri, poi il senatore pugliese Alberto Losacco. In entrambi i casi - sia per il Pd che per FdI - il nuovo corso, oltre a parlare marchigiano, è in mano alle donne. Un segnale positivo in più. E siccome non c’è due senza tre, anche la Lega si appresta a scegliere il suo nuovo segretario regionale. Nel caso del Carroccio, il commissariamento era iniziato addirittura nel 2017 e al vertice si sono avvicendati due Papi stranieri: il lombardo Paolo Arrigoni e l’umbro Riccardo Augusto Marchetti, in uscita tra la fine di maggio e giugno. E i nomi attualmente in lizza per raccoglierne il testimone sono la deputata Giorgia Latini, dell’Ascolano, e l’ex deputato Mauro Lucentini, del Fermano. Tra i partiti, restano invece ancora commissariati Forza Italia e Udc, guidate rispettivamente da Francesco Battistoni (di Viterbo) e Antonio Saccone da Roma.

Gli industriali


C’è poi il capitolo dei confindustriali, usciti da una bufera durata quasi un anno. Ancora divisi (le territoriali sono tornate ad essere cinque dopo i tentativi di aggregazione malamente naufragati) ma almeno non commissariati, come è capitato a Confindustria Macerata e Confindustria Fermo-Ascoli. E le territoriali di Ancona e Pesaro per un mese tra gennaio e febbraio 2021 sono state agli ordini dei probiviri di Roma, dopo la dolorosa scissione. Ora ognuna ha un presidente eletto, espressione del territorio che rappresenta. E dopo un paio di giri a vuoto, anche Confindustria Marche ha trovato il suo leader, riuscendo a ricompattare la litigiosa categoria. E si tratta del fermano Roberto Cardinali. E alla voce “Marche che riprendono le redini” c’è anche la nomina di Guido Castelli a commissario alla Ricostruzione dopo tre anni di Giovanni Legnini. Ora, il fatto che i marchigiani si stiano riprendendo i loro spazi è senza dubbio una cosa positiva. Ma se basti questo per far uscire la regione dall’angolo, è tutta un’altra storia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA