Sanità, l'ultima emergenza: 250mila marchigiani resteranno senza medico di base

Sanità, l'ultima emergenza: 250mila marchigiani resteranno senza medico di base
Sanità, l'ultima emergenza: 250mila marchigiani resteranno senza medico di base
di Martina Marinangeli
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Lunedì 12 Dicembre 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 17:19

ANCONA - «Nel breve periodo usciranno 100 medici di medicina generale e non riusciamo a sostituirli». A suonare l’allarme è il governatore Francesco Acquaroli, che dal palco della Giornata delle Marche andata in scena sabato a Fermo, ha puntato i riflettori su una criticità che ha ormai virato verso l’emergenza. Il problema della carenza cronica di medici di base è noto e ben distribuito lungo tutto lo Stivale. E le Marche non fanno differenza. A settembre 2021, ne mancavano all’appello già 98 e, un anno, il saldo negativo è salito a 147. Una situazione destinata a peggiorare visti i pensionamenti imminenti: nel 2022 saranno in tutto 59, nel 2023 saliranno a 77 e nel 2024 toccheranno il numero record di 107. 


I rischi


Una carenza che rischia di far saltare l’assistenza territoriale, lasciando molti cittadini sprovvisti di un medico di base. «Rischio che purtroppo sta diventando una realtà - l’amara osservazione di Massimo Magi, segretario regionale della Federazione italiana dei Medici di medicina generale -.

Si fa già fatica a trovare un medico in alcuni paesi dell’entroterra nell’Ascolano e nel Fermano. Aree interne popolate prevalentemente da anziani: lì stanno già pagando i costi di una cattiva programmazione». Per fare sollo alcuni esempi, a Treia, comune maceratese con meno di 10mila abitanti, mancano all’appello tre medici di base, mentre a Massa Fermana - meno di mille abitanti- ne mancano due come a Comunanza, che ha meno di tremila residenti. La criticità tocca anche comuni più grandi come Porto Sant’Elpidio - oltre 25mila residenti - dove mancano sette medici di famiglia, così come a Civitanova, Pesaro ed Ancona, dove però la popolazione è nettamente superiore. «Da qui al 2026 - fa i conti Magi - avremo un saldo negativo di circa 250 medici di base. Considerando che, in media, un medico assiste 1000 pazienti, nel 2026 avremo circa 250mila marchigiani senza medico. Tutta la fascia montana potrebbe avere grandi difficoltà ad avere assistenza territoriale quotidiana». E aggiunge: «La carenza interesserà anche l’ospedale pubblico e a quel punto subentrerà il privato. Viene da chiedersi se questa crisi non faccia comodo a qualcuno», la domanda che si pone Magi.


La protesta


Ma i medici di base non ci stanno a gettare la spugna e, in concomitanza con lo sciopero generale del 15 dicembre, «contemporaneamente alla manifestazione nazionale a Roma, a livello regionale la medicina generale avrà una sua forma di protesta autonoma per richiamare l’attenzione su questo tema - fa sapere il segretario Fimmg -: visiteremo i pazienti a lume di candela per far capire che non bisogna spegnere la medicina generale ed il sistema sanitario pubblico, e che siamo arrivati al lumicino». Allo stato attuale delle cose, non sembrano esserci ricette pronte all’uso per tamponare l’emorragia. Ma se non si interviene tempestivamente, il quadro peggiorerà drasticamente: di questo passo, infatti, entro il 2030 il 20% dei dottori marchigiani sarà pensionato. Una perdita che il sistema sanitario territoriale non può sostenere. Facendo venire meno l’assistenza territoriale, l’effetto domino della carenza di medici di base si traduce pure in un accesso spesso non necessario ai pronto soccorso, che vanno in apnea anche per questa ragione. Un’emergenza che le Regioni hanno già posto sui tavoli del governo nazionale. Ora si attendono le risposte. E che siano tempestive.

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