Renzi nelle Marche: "Contiamo i danni
Ma il turismo è pronto per decollare"

Renzi nelle Marche: "Contiamo i danni Ma il turismo è pronto per decollare"
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Domenica 4 Maggio 2014, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 07:19

ANCONA - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi alle 15.45 atterrato nelle Marche. Il premier dopo aver sorvolato le aree alluvionate con il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli e il presidente della giunta regionale Gian Mario Spacca ha fatto il punto in Comune a Senigallia.

"Il governo - ha esordito Renzi - esprime vicinanza e cordoglio per le due vittime dell'alluvione, la propria gratitudine ai tanti volontari intervenuti e che in alcuni casi hanno salvato vite umane e il senso di vicinanza alla popolazione di Senigallia e a quelle colpite".

Anche per l'alluvione che ha colpito Senigallia il governo - ha detto il premier - seguirà "il metodo di lavoro già sperimentato con Protezione civile e Palazzo Chigi" che prevede prima una quantificazione dei danni, poi la determinazione di un impegno economico.

Il premier ha detto che è "prematuro ragionare del quantum". "Da qui a sabato - ha detto ancora Renzi - sarà una settimana operativa con la Protezione civile, sabato verranno il ministro dell'Ambiente Galletti e dell'Agricoltura Martina e fatto il censimento dei danni ragioneremo su come intervenire". Renzi ha lanciato anche un messaggio di speranza: "Senigallia è già pronta, nonostante le difficoltà, per la stagione turistica che sta per partire, è un territorio di persone laboriose e capaci e sarà bella come sempre, con la sua rotonda sul mare e le sue attrazioni turistiche e culturali".

“Un grazie al presidente Renzi per la vicinanza, la solidarietà e l’impegno ad un tempestivo intervento del Governo nella fase dell’emergenza". Lo ha detto il presidente della giunta regionale Gian Mario Spacca al termine dell'incontro. "La situazione - ha aggiunto - è pesante in tutta la regione perché i torrenti hanno fatto sentire la loro potenza e violenza, creando situazioni di criticità su cui effettueremo una pronta ricognizione con i sindaci coinvolti. Per lo stato di emergenza e di calamità naturale stiamo agendo immediatamente: la modulistica per la raccolta dei danni, che i sindaci dovranno compilare, è già pronta, affinché la richiesta avvenga su elementi concreti e precisi”.

Due morti, allagamenti e danni

Due morti, decine di sfollati, un centinaio di ragazzini bloccati per ore in una scuola prima che i vigili del fuoco riuscissero a portarli in salvo.

Strade interrotte, i caselli dell'A14 chiusi per ore e poi riaperti. L'alluvione del Misa ha devastato Senigallia, ma la bomba d'acqua che da venerdì sera si è abbattuta sulle Marche ha messo in ginocchio quasi tutta la regione: sono esondati i fiumi Esino, Cesano, il torrente Triponzio. L'onda di piena del Foglia ha destato apprensione fino a sera nel Pesarese, mentre in provincia di Fermo si monitora l'Ete, che fece due morti nel 2011 e dove, ieri sera, sulla strada Lungo Ete, a monte del ponte Zallocco, è crollato un ponte.

La situazione più critica è fra Vallesina e Senigalliese. Qui ha perso la vita un anziano di 80 anni, Aldo Cicetti, trascinato via dalla corrente nella sua abitazione di Borgo Bicchia: era in cantina insieme alla moglie, e a differenza di lei non è riuscito a salvarsi. Non ce l'ha fatta invece ad essere trasportato in ospedale in tempo Nicola Rossi, 86 anni, colpito da un malore in casa, nel borgo di Pongelli. Le strade trasformate in fiumi di fango erano impraticabili per le ambulanze, e un medico che si è calato con un verricello da un'eliambulanza è arrivato quando ormai per il paziente non c'era più nulla da fare.

Il dirigente regionale della Protezione civile ha parlato di possibili dispersi fin dalle prime ore del dramma, coordinando in condizioni proibitive - ponti telefonici in tilt, blackout elettrici, strade invase da frane - i soccorsi di centinaia di vigili del fuoco, volontari, uomini delle forze di polizia e della polizia municipale dal Centro operativo comunale delle Saline.

Idrovore, gommoni e uomini di supporto sono arrivati anche dall'Emilia Romagna e dall'Abruzzo, la Croce Rossa ha mandato i suoi mezzi anfibi per consentire di raggiungere le frazioni rimaste isolate. Drammatico il salvataggio di un centinaio di studenti dell'Istituto Corinaldesi di Senigallia, murati nella scuola da un fiume d'acqua alto oltre un metro, costretti a salire ai piani alti dell'edificio e raggiunti solo nel tardo pomeriggio dai camion dei vigili del fuoco, con i genitori in attesa in lacrime.

Nella zona di Senigallia, sta operando da ieri un dispositivo di soccorso formato da oltre 200 vigili del fuoco, con sezioni operative giunte dai comandi di Toscana, Emilia Romagna e Abruzzo, squadre di soccorritori acquatici dai comandi di Venezia e Ravenna e squadre da altri comandi provinciali delle Marche. Più di 50 gli automezzi di soccorso impiegati, con 4 anfibi e 10 battelli pneumatici.

Nella notte, il livello del fiume Misa è diminuito in modo consistente e in nottata non sono state segnalate nuove tracimazioni. Quasi tutti rientrati nelle proprie abitazioni gli sfollati che erano stati sistemati in quattro centri di accoglienza, salvo trenta persone, tutt'ora ospiti del seminario vescovile. Alle 17 di oggi pomeriggio, l'emergenza legata ai blackout

elettrici a Senigallia è stata dichiarata chiusa dall'Enel: "la quasi totalità delle utenze è stata rialimentata - informa l'azienda elettrica -, salvo due cabine che verranno provvisoriamente servite installando gruppi elettrogeni in attesa dell'ultimazione dei lavori".

Anche a Chiaravalle prosegue il gran lavoro dei vigili del fuoco per liberare gli scantinati e i negozi da acqua e fango. L'altro fronte dell'emergenza maltempo in provincia di Ancona, quello di Osimo, sembra essere sotto controllo. Nella notte ci sono stati interventi per consolidare il muro di un'abitazione a Offagna e per mettere in sicurezza alcuni rami pericolanti a Montoro.

Straordinario, come sempre in una regione costretta a fronteggiare via via nel tempo calamità sismiche e dissesti idrogeologici, il lavoro dei soccorritori. Li ha ringraziati personalmente il governatore Gian Mario Spacca, che, al termine di un sopralluogo nelle aree più colpite, ha annunciato che chiederà al Consiglio dei ministri il riconoscimento dello stato di calamità. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi gli ha telefonato in serata, assicurando "il tempestivo intervento del Governo nell'emergenza", e si tiene in continuo contatto con il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli. Gli oltre 170 millimetri di pioggia caduti in poche ore hanno danneggiato strade, ponti, attività industriali e abitazioni private, e per chi vive di commercio o impresa non sarà facile ricominciare. Molti hanno perso perfino l'auto parcheggiata davanti casa, portata via dalla piena.

"Vicina alle famiglie colpite e ai volontari impegnati» è anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha telefonato a Spacca. Segue la situazione, in contatto con il prefetto di Ancona, anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ha assicurato il massimo sforzo di tutte le Prefetture delle Province marchigiane che saranno operative, 24 ore su 24, per cercare di alleviare, per quanto possibile, i disagi ai cittadini. Di sicuro servono misure straordinarie, ma per il consigliere nazionale dell'Ordine dei geologi Piero Farabollini "nelle Marche il dissesto idrogeologico si attiva appena dopo poche gocce di pioggia. Stiamo pagando perché non si sta facendo nulla di serio e programmatico, nulla che favorisca la qualità e l'efficacia degli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e come al solito non si parla mai di prevenzione".

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