Mangialardi e gli alleati: «Sauro, la porta è sempre aperta»

Sauro Longhi
Sauro Longhi
di Martina Marinangeli
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Sabato 27 Giugno 2020, 06:50

Un’occasione persa, ma il Pd fa spallucce e guarda oltre. La decisione dell’ex rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, di non scendere in campo per le Regionali di settembre – né in appoggio al centrosinistra guidato dal candidato Maurizio Mangialardi, né in solitaria – non scompone particolarmente i Dem, ormai con la testa impegnata solo sulla campagna elettorale. E non sembrano preoccupati neanche per quel pacchetto di voti – tra 5 stelle scontenti e progressisti non inclini a votare i partiti di riferimento – che senza Longhi potrebbero non riuscire ad intercettare, in una complicata tornata elettorale in cui ogni singola scheda conta.

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«Rimaniamo sempre con la porta aperta, magari si può collaborare più avanti», commenta Mangialardi, ponendo l’accento sul fatto che «Longhi ha detto di voler proseguire con il laboratorio di idee Le Marche ideali e può essere utile per il futuro, per confrontarsi». E per quanto riguarda i voti che avrebbe potuto portare in dote, «dobbiamo essere bravi noi a recuperarli mettendo nelle liste persone che afferiscono a quei percorsi. Mi sarei preoccupato se avesse fatto una lista alternativa». 

Non si muove di un millimetro dall’alveo del politically correct il segretario regionale Dem Giovanni Gostoli, che parte con il «ringraziare Longhi perché le sue parole rimangono nel sentiero dell’unità. Tutti sappiamo che per vincere e quindi poter realizzare i progetti, bisogna costruire un campo largo di alleanze. Le porte sono sempre aperte a tutti coloro che vogliono dare una mano a rafforzare il campo democratico, civico e progressista. Nei prossimi giorni organizzeremo anche un’iniziativa regionale, con tavoli tematici, per dare la possibilità a tutti di confrontarsi sulle priorità. È all’interno del nostro campo che si può sviluppare il progetto di Sauro», resta con la mano tesa. Il rammarico arriva più da coloro che sono stati i padrini dell’”operazione Longhi”, quelli che per primi avevano creduto nel progetto: dal Dem Antonio Mastrovincenzo, al pentastellato Gianni Maggi, passando per l’esponente di Articolo 1 Gianluca Busilacchi. Ed è quest’ultimo a ricordare che, «come Art1, abbiamo provato a coinvolgerlo nel progetto a sostegno della coalizione di centrosinistra. Ho condiviso il percorso di Le Marche Ideali e l’avremmo sostenuto: mi dispiace perché, dopo mesi di lavoro, quello sarebbe stato il coronamento. Ora troveremo un altro modo per caratterizzare la nostra lista, che sarà progressista, civica ed ambientalista». 

Rispetto per la scelta che arriva anche da Mastrovincenzo, dispiaciuto «perché il suo apporto avrebbe potuto essere importante per il centrosinistra e mi auguro continui a lavorare dando il suo contributo per costruire insieme le Marche del futuro». «Non vogliamo pensare – il commento dei 5 stelle Maggi e Romina Pergolesi – che la partita sia chiusa e che un uomo di alto profilo come il Longhi non trovi spazio in una politica che sembra voler anteporre gli interessi delle fazioni alla scelta delle persone migliori». 

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