Fratelli d'Italia mette i paletti alla Lega nelle Marche: «Calma o vale il modello Umbria»

Fratelli d'Italia mette i paletti alla Lega nelle Marche: «Calma o vale il modello Umbria»
Fratelli d'Italia mette i paletti alla Lega nelle Marche: «Calma o vale il modello Umbria»
di MARTINA MARINANGELI
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Venerdì 25 Settembre 2020, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 08:53

ANCONA - Il commissario tecnico Francesco Acquaroli studia gli schemi di gioco. Il neo eletto governatore si sta prendendo il suo tempo per scegliere i bomber da far giocare nella squadra titolare della giunta e se il 3-2-1 pare il modulo più accreditato – in questo scenario, alla Lega, primo partito della coalizione alle urne, andrebbe il bottino più sostanzioso, seguita, a caduta, da Fratelli d’Italia e Forza Italia –, ce ne sono anche altri sul tavolo.



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Uno dei quali prevede l’applicazione nelle Marche del modello umbro, che vedrebbe pesantemente svantaggiato il Carroccio. 
 
I pesi e gli equilibri
Una questione di equilibri e di rapporti di forza che Acquaroli dovrà essere molto bravo a bilanciare. Non pare dunque un caso che le bocce siano ancora praticamente ferme: è la fase in cui serve freddezza e lucidità. Se volesse andare sul sicuro – e per il momento è la prospettiva più plausibile, quella che soddisferebbe più o meno tutti – sceglierebbe una formazione basata su proporzioni politico-territoriali. Il 3-2-1 di cui sopra. In questo caso, i nomi in pole per la Lega sarebbero il fanese Mirco Carloni, blindatissimo anche in virtù dell’ottimo risultato alle urne, l’ex sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini, stimato in maniera trasversale, ed Andrea Antonini, primatista nel collegio di Ascoli. Qualche chance potrebbe averla anche Mauro Lucentini, in rappresentanza del Fermano. Questa è la versione leghista circolata a Castelfidardo e venduta anche a Salvini che include anche la presidenza del consiglio.
Le quotazioni in ribasso
Il borsino dà invece in discesa le quotazioni della fabrianese Chiara Biondi: apprezzata, quota rosa, ma pagherebbe l’inesperienza amministrativa. «Non è mai stata neanche consigliera comunale, difficile andare da zero a cento», ragionano nel Carroccio. In quota Fratelli d’Italia, l’ex sindaco ascolano Guido Castelli è dato per certo. Circolano molto anche il nome dell’ex sindaco di Pergola Francesco Baldelli e quello dell’ex coordinatore regionale Carlo Ciccioli per la circoscrizione di Ancona. Meno convinto lo slancio sulla capogruppo uscente Elena Leonardi (dal Maceratese come il governatore), che però è ancora in partita. Per quanto riguarda Forza Italia, l’idea che va per la maggiore è quella di far rientrare Stefano Aguzzi – che molto piace ad Acquaroli – come assessore esterno. Il sindaco di Colli al Metauro ha un’azienda agricola di famiglia e su quel settore avrebbe qualcosa da dire. Ma siccome queste proiezioni hanno un evidente deficit quanto a quote rosa, anche la Fermana Jessica Marcozzi potrebbe essere in lizza. Però, si diceva, Acquaroli sta valutando diversi schemi di gioco, ed un altro si declinerebbe su una minima rappresentanza politica, con l’1-1-1 (un assessore a partito) e tre tecnici di area, che potrebbero essere il sindaco di Jesi Massimo Bacci – molto apprezzato dalla Lega –, Aguzzi e spunta anche il nome della sindaca di Falconara Stefania Signorini. Il Carroccio non ha mai fatto mistero di preferire assessori interni, votati dai cittadini, ma per Bacci potrebbe fare un’eccezione. 
L’eccezione possibile
Ufficialmente questa ipotesi non esiste, ma sottotraccia se ne parla ed il sentiment è che, se glielo chiedessero, il primo cittadino jesino non si tirerebbe indietro. C’è poi uno scenario che prevederebbe sei tecnici di area ad affiancare il governatore, ma è il più improbabile. Dulcis in fundo, lo schema che applica il modello umbro nelle Marche. Ai suoi, il commissario di Fdi Emanuele Prisco avrebbe detto in più di un’occasione che lo vedrebbe «di buon occhio», a mo’ di provocazione. Ma è un messaggio trasversale. In Umbria, il Carroccio ottenne il 37% dei consensi e Fdi l’11%. Nella giunta della Tesei, non ha trovato posto nessun membro del partito della Meloni, a cui è stata data solo la presidenza del Consiglio. Le briciole, in pratica.
Le proporzioni ridisegnate
Secondo quanto avrebbe detto Prisco, stando alle proporzioni, dato che il Carroccio marchigiano ha preso il 22% delle preferenze, dovrebbe avere un assessore ed il presidente del Consiglio.

Ha anche precisato che la colpa di quanto accaduto in Umbria non è della sua controparte leghista, per giunta corregionale, Riccardo Marchetti, però dato che qua le fiche le dà il governatore in quota Fdi, ci sarebbero i margini per rifarsi. Difficilmente questa linea passerà, ma è invece altamente probabile che verrà usata da Fdi per alzare la posta ed ottenere quanto più possibile, pretendendo deleghe di peso su cui ha già messo il cappello la Lega. Dal canto suo, il Carroccio, forte del piazzamento come primo partito della coalizione e degli otto consiglieri eletti, può fare la voce grossa e pretendere non solo tre assessori, ma anche il presidente del Consiglio. Ma nessuno ha fretta e questo è buon segno: si vogliono fare le cose per bene.

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