Ceriscioli fa il passo indietro: «Mangialardi candidato del Pd per il bene delle Marche»

Luca Ceriscioli e Maurizio Mangialardi
Luca Ceriscioli e Maurizio Mangialardi
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 28 Febbraio 2020, 05:43 - Ultimo aggiornamento: 10:12
Governatore Ceriscioli, allora ha deciso. Fa un passo indietro per sostenere la candidatura di Maurizio Mangialardi. 
«Faccio un passo indietro, sì. Nei giorni scorsi ho chiesto la disponibilità a Maurizio, presidente dell’Anci, sindaco uscente di Senigallia e ottimo amministratore. Il mio obiettivo era quello di trovare un nome che fosse unitario e lui rappresenta la figura su cui tutto il Pd può convergere».

Una scelta importante per lei, già pronto a scendere in campo per il bis. Amareggiato per l’atteggiamento dei compagni di partito che hanno osteggiato in ogni modo la sua ricandidatura?
«Io sono una persona estremamente razionale. Sono convinto del lavoro fatto in questi cinque anni, che non sono stati facili e continuano a non esserlo. Altrettanto lucidamente ho visto che attorno al mio nome non c’era quella convergenza necessaria per arrivare alla chiusura del cerchio, quindi ho cercato la soluzione per uscire dallo stallo che si era determinato nella coalizione di centrosinistra».

 

E la soluzione è arrivata con il benestare dei sindaci Mancinelli e Ricci. Fino a qualche giorno fa tra voi volavano scintille.
«Questo particolare momento politico impone un atto di forte responsabilità di tutti, per garantire il buon governo della nostra regione. Ne sono talmente convinto che ho messo in atto quello che andava fatto per centrare l’obiettivo di un partito unito e forte».

In queste ultime settimane, persino nelle ultime ore, il Pd non è stato tenero con lei. A livello nazionale sono arrivate bordate persino sull’ordinanza per il Coronavirus, con tanto di ricorso al Tar.
«Mi avevano anticipato da Roma che avrebbero fatto ricorso, perché quando ho firmato l’ordinanza non c’era ancora un caso nelle Marche. Ma qualche ora dopo è risultato positivo uno studente del liceo Scientifico di Pesaro. E allora mi chiedo: se non avessi chiuso le scuole, quale sarebbe stata la reazione dei marchigiani? Anche in questo caso ho fatto prevalere il buon senso e la ragione, avendo però a cuore le sorti della popolazione».

Il ministro Boccia, proprio del Pd, ieri ha insistito: si deve allineare, punto e basta.
«Beh, ha capito tutto. La verità è che speravo di trovare una comprensione diversa. Con l’aumentare dei contagi il quadro è cambiato da un giorno all’altro. Avrei voluto essere trattato alla stessa stregua di altre Regioni, ma così non è stato. Ed è andata come per il sisma».

In che senso?
«Da sempre chiedo regole semplici, meno burocrazia, per far ripartire le aree terremotate. Non è successo prima con i vari governi che si sono succeduti e non sta succedendo nemmeno adesso. Anche questa è una mia impuntatura, oppure è un’esigenza vera dei marchigiani?».

Mangialardi candidato: è un’impuntatura?
«Assolutamente no. Quella su Maurizio è una convergenza nata da un’esigenza reale: trovare un nome che fosse unitario. Su di me so bene che esistevano elementi di divisione e mi è sembrato corretto chiedere al sindaco di Senigallia di lavorare su questa ipotesi. Lui lo ha fatto e ho preso atto di una grande risposta e della straordinaria adesione che in queste ore si sta consolidando attorno alla sua figura».

La coalizione non la vede alla stessa maniera. Con il segretario regionale del Pd gli alleati stavano ragionando su un candidato civico, l’ex rettore Longhi per fare un nome. 
«A dire il vero Mangialardi era nella rosa dei nomi che il segretario Gostoli ha portato agli incontri bilaterali, quindi per la coalizione non è stata certo una sorpresa».

Andrete alla direzione di domenica con questa proposta da presentare al vice segretario nazionale Orlando?
«Speriamo di arrivarci con qualcosa di più concreto. Mi appello al buon senso di tutto il centrosinistra per stringere sulla candidatura, mettendo da parte i personalismi e ragionando esclusivamente per il bene delle Marche».
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