Dopo Jesi e Fabriano, il Pd lancia la cavalcata con l'obiettivo delle Politiche

Dopo Jesi e Fabriano, il Pd lancia la cavalcata con l'obiettivo delle Politiche
Dopo Jesi e Fabriano, il Pd lancia la cavalcata con l'obiettivo delle Politiche
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Martedì 28 Giugno 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 17:40

ANCONA - Il centrosinistra esce sicuramente vincitore dalle amministrative anche nelle Marche grazie alla riconquista di Fabriano al primo turno con Daniela Ghergo e al clamoroso ribaltone firmato da Lorenzo Fiordelmondo al ballottaggio di Jesi domenica notte. Il centrodestra si può consolare solo con Civitanova dove il sindaco uscente (Forza Italia) si è concesso il bis. Per i grillini, invece, un’autentica debacle. Nelle loro roccaforti, ovvero Jesi e Fabriano, sono praticamente usciti dalla scena politica risultando totalmente irrilevanti. 

I civici

Altro dato da rilevare: la forza delle liste civiche.

Quando il voto è comunale, continuano a essere viste dai cittadini come punto di riferimento trainante. Non è un caso che a Sant’Elpidio a Mare e Tolentino proprio due sindaci civici “puri” siano riusciti a battere i candidati ufficiali del centrodestra e del centrosinistra. Ma mentre nel Fermano il risultato era nelle previsioni (il sindaco Alessio Pignotti era sponsorizzato dal primo cittadino uscente Alessio Terrenzi), a Tolentino la vittoria di Mauro Sclavi è stata una grande sorpresa, arrivata dopo una rimonta inimmaginabile (il primo turno era finito con centrodestra al 42% e civici al 32%) che ha lasciato senza parole il centrodestra (uscente). 

Le divisioni

Le ragioni della vittoria del centrosinistra nei due comuni simbolo dell’Anconetano, Jesi e Fabriano, sono sicuramente da ricondurre ai meriti dei candidati sindaci e delle loro coalizioni, un giusto mix tra dem e civismo. Quindi dare a Cesare quel che è di Cesare. Ma non si può non rilevare che nella clamorosa sconfitta a Jesi quello che ha pesato sono state sicuramente anche le divisioni del centrodestra. Un campanello d’allarme anche in vista di future chiamate elettorali. Il candidato al ballottaggio Matteo Marasca, delfino del sindaco uscente Massimo Bacci, era sostenuto da una coalizione civica che aveva avuto il sostegno esplicito di Forza Italia e implicito della Lega. Entrambi i partiti avevano rinunciato anche a presentare una loro lista. Fratelli d’Italia invece aveva preferito una corsa autonoma e solitaria con un suo candidato di bandiera, Antonio Grassetti. Una spaccatura che ha riconsegnato dopo dieci anni di incontrastato governo Bacci il Comune al centrosinistra. A proposito di Bacci: era divenuto negli ultimi anni una delle figure (civiche) a cui il centrodestra guardava con grande attenzione a ogni tornata elettorale per ruoli di primissimo piano. La Lega l’avrebbe voluto candidare alla guida della Regione, due anni fa. Poi la casella spettò a Fdi e arrivò Acquaroli. La sconfitta del suo delfino Marasca a Jesi sicuramente ridimensiona inevitabilmente anche la figura dello stesso Bacci anche se a livello locale si attribuisce la sconfitta anche ad altre due questioni, oltre che alle divisioni del centrodestra. La prima è proprio l’uscita di scena dopo dieci anni del frontman del progetto, motore e perno del civismo jesino. Secondo: sarebbe stato poco apprezzato e compreso dagli elettori proprio l’eccessivo spostamento verso il centrodestra del progetto-Bacci negli ultimi due o tre anni. 
Come si diceva dunque, il Pd può ripartire da Jesi e Fabriano per la lunga cavalcata in vista delle Politiche del prossimo anno. Ha invece ben più da fare nel centro-sud della regione. La vittoria del centrodestra a Civitanova con Ciarapica, la conquista di Corridonia (nuova sindaca civica vicina al centrodestra, l’uscente era di centrosinistra) rappresentano sicuramente un argine forte a un’ipotetica avanzata verso sud del Pd. A Civitanova, a differenza che a Jesi, nonostante i mal di pancia della fase pre-elettorale, il centrodestra è riuscito a compattarsi presentandosi unito, da Fdi alla Lega passando per Forza Italia attorno al sindaco uscente. Scelta che ha premiato. Probabilmente peraltro stavolta Ciarapica non potrà non dare il vicesindaco ai meloniani, primo partito e traino della coalizione. Dunque, in conclusione: il centrosinistra ha vinto i ballottaggi, può contare su un vento favorevole che soffia nell’Anconetano e sulla sua solita roccaforte pesarese. Ma ha molto da lavorare da Macerata in giù. La partita per le Politiche è apertissima. E con i nuovi maxi collegi frutto della riforma sul taglio dei parlamentari l’esito è tutto da scrivere.

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