Resa dei conti e bivio per il Pd dopo la batosta di Senigallia: costituente o commissariamento

Resa dei conti e bivio per il Pd dopo la batosta di Senigallia: costituente o commissariamento
Resa dei conti e bivio per il Pd dopo la batosta di Senigallia: costituente o commissariamento
di Martina Marinangeli
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Martedì 6 Ottobre 2020, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 10:02

ANCONA - Perdere la Regione è stata una sconfitta cocente, ma in fondo in fondo, se l’aspettavano tutti. La debacle di Macerata è stata un colpo più duro, anche perché inferto senza bisogno di passare per il secondo turno.

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Ma la vittoria del centrodestra al ballottaggio a Senigallia rappresenta plasticamente la pietra tombale per il Partito democratico nelle Marche, ed ora non ci si può più esimere da un’attenta riflessione. 
 
Il summit
Per domani è prevista la segreteria regionale, durante la quale il numero uno del partito regionale, Giovanni Gostoli dirà, in estrema sintesi, tre cose: la segreteria è dimissionaria, bisogna aprire una fase costituente per capire da cosa deriva la sconfitta e dove si sia sbagliato negli ultimi anni - non negli ultimi mesi -, e starà al Pd decidere in che tempi e modi arrivare al prossimo congresso. Un’opzione è che sia lo stesso Gostoli a traghettare i dem in questa fase; l’altra prevede le sue dimissioni e, da statuto, tutto passerebbe nelle mani della presidente dell’assemblea regionale Silvana Amati, che avrebbe tempo 20 giorni per convocarla. A quel punto, si potrebbe scegliere il nuovo segretario all’interno della stessa assemblea – ma non pare proprio essere questo il caso – oppure andare al Congresso. Il Pd però è in fermento, nelle chat volano stracci e sempre più pezzi da 90 del partito stanno chiedendo il commissariamento. Una mossa estrema che spazzerebbe i vertici regionali e provinciali – non solo l’agnello sacrificale Gostoli – per ripartire da zero dopo l’ora più buia. «Il cambiamento è indispensabile e deve essere radicale, non di facciata e non limitato a sostituire i segretari in carica con altri loro sodali, magari dopo una bella trattativa correntizia», scriveva su Facebook l’ex senatore Mario Cavallaro il 2 ottobre, e le sue parole sono condivise da molti.
Le anime dem
Con il commissariamento, un esponente dem – un parlamentare o un membro della segreteria nazionale – viene mandato da Roma per rimettere insieme i pezzi e scegliere i rappresentanti sul territorio che portino il partito verso la fase congressuale. Non solo una sostituzione del comandante in capo, insomma, ma di tutti i verici. All’indomani del ribaltone a palazzo Raffaello, diversi esponenti dem, compreso lo stesso Gostoli, avevano detto che per ogni tipo di analisi e valutazione si sarebbe atteso fino al post-ballottaggio, non tanto perché il voto nei Comuni avrebbe cambiato lo scenario per il segretario regionale - che già aveva perso la sua partita con la sconfitta di Maurizio Mangialardi –, ma per fare un ragionamento complessivo.

Ora quel momento è arrivato e la resa dei conti appare inevitabile. La segreteria pomeridiana di mercoledì sarà preceduta, in mattinata, dalla riunione del gruppo consiliare, mentre per la prossima settimana sarà convocata la direzione regionale. Tappe imprescindibili per capire come uscire dal vicolo cieco in cui si è infilato il Pd e per iniziare il new deal che, in molti, vorrebbero guidato da volti nuovi.

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