ANCONA Per la prenotazione di un’ecografia ostetrica tramite Cup scattano le liste di garanzia da mesi perché nel sistema sanitario regionale pubblico non ci sono spazi disponibili. Per una mammografia bilaterale programmabile, il tempo medio di attesa per una visita è stato stimato a settembre in 221 giorni. Nel problema generale dei tempi di attesa per ricevere prestazioni sanitarie - liste rese criticamente lunghe dai due anni di tsunami Covid che hanno paralizzato l’attività ordinaria degli ospedali - alcuni esami tra quelli monitorati dal Ministero della Salute sembrano essere più a corto di posti di altri. Ed in diversi casi riguardano la prevenzione delle donne, o comunque visite destinate alla popolazione femminile.
La premessa
Nella precedente legislatura, era stata introdotta la cosiddetta lista di garanzia, misura grazie alla quale, se al momento della prenotazione non ci dovesse essere posto, accettando l’inserimento si verrebbe chiamati direttamente dal Cup, che trova un appuntamento nel tempo previsto dalla ricetta.
Il richiamo del privato
La criticità dei lunghi tempi di attesa diventa ancora più grave nel caso delle prime visite, perché così è a rischio la prevenzione. E contestualmente, si spingono sempre più persone verso la sanità privata, che garantisce deadline molto più vicine. Una stortura che dipende anche da una questione geografica. Spesso infatti, prenotando visite ed esami tramite il Cup, un utente residente in provincia di Pesaro Urbino rischia di essere indirizzato verso strutture dell’Ascolano. Cosa che inevitabilmente va ad incrementare la mobilità passiva verso la più vicina Emilia Romagna.