Stretta sulla criminalità minorile: il procuratore Lebboroni ha disposto sei misure cautelari per ragazzini autori di furti, rapine e droga

Droga, furti e rapine, un escalation da incubo di reati firmati da minorenni
Droga, furti e rapine, un escalation da incubo di reati firmati da minorenni
di Martina Marinangeli
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Sabato 29 Gennaio 2022, 03:50

ANCONA - Una maxi rissa nel cuore di Ancona per futili motivi. Un violento furto a Macerata per rubare uno smartphone. Un’incursione in un locale di Senigallia per saccheggiare dei distributori armati di coltello ed una lunga serie di episodi legati allo spaccio di hashish, capillarmente distribuiti dal Pesarese all’Ascolano. Il tutto, in appena 10 giorni. È un quadro inquietante quello che emerge mettendo insieme i tasselli dei reati commessi dai giovanissimi, in molti casi minorenni.

Un’escalation di comportamenti borderline che iniziano in fasce d’età sempre più basse e che ha fatto scattare più di un campanello d’allarme.

Gioventù bruciata, colpita duramente da una pandemia che ha esacerbato disagi pregressi. Il procuratore del tribunale dei Minorenni, Giovanna Lebboroni, ha chiesto e ottenuto, per questa serie di gravi episodi, sei misure cautelari che vanno dalle prescrizioni alla permanenza in casa, fino al collocamento in comunità.

A gennaio, sottolinea la procura del Minori, «si è verificata una forte recrudescenza della criminalità minorile, caratterizzata da una rapida sequenza di fatti-reato di straordinaria gravità, anche per la loro stretta successione temporale, commessi in varie località della regione». Il fatto più recente risale alla scorsa domenica, quando le volanti della Questura di Macerata sono dovute intervenire per soccorrere due coniugi che erano stati vittime di una rapina. I due aggressori (di cui uno minorenne) avrebbero strattonato per i capelli e fatto cadere la donna per prenderle il telefono, mentre il minore bloccava il marito puntandogli contro una bottiglia di vetro rotta.

Ma è solo l’ultimo atto di questo “romanzo d’appendice” sulla criminalità giovanile. Il 13 gennaio i carabinieri di Senigallia hanno sventato un tentativo di furto di denaro da alcuni distributori che si trovano all’interno di un locale. Gli autori, tra cui un minorenne, sono stati colti in flagrante con in mano anche un coltello. C’è poi l’episodio della maxi rissa nel centro del capoluogo dorico: un sabato sera di ordinaria follia, quello del 15 gennaio, durante il quale due gruppi di giovani (tra cui un minore) hanno iniziato a colpirsi reciprocamente, arrivando anche a lanciarsi le sedie poste fuori da un locale. A questi episodi, si aggiunge un elenco di reati di spaccio di hashish tra Civitanova, Ascoli Piceno, Pesaro e Fabriano.

Episodi in alcuni casi molto gravi che appaiono ben distribuiti su tutto il territorio regionale e stanno allarmando gli addetti al settore. «Le devianze legate alle baby gang sono un fenomeno preoccupante – osserva Giancarlo Giulianelli, garante regionale dei diritti dei minori –, spesso risultato del periodo della pandemia vissuto in dad che ha contribuito ad aumentare il disagio giovanile, lasciano emergere una gamma di comportamenti borderline che vanno dai reati agli episodi di autolesionismo, passando per tentati suicidi. Comportamenti da attenzionare sempre più seriamente. Come ufficio del garante stiamo cercando, con i pochi mezzi a nostra disposizione, di monitorare e dare il nostro contribuito. Bisogna rimboccarsi le maniche e fare ciascuno la propria parte».

Parla di «un’escalation» Manuela Caucci, presidente dell’Osservatorio Nazionale del Diritto di Famiglia, Sezione territoriale di Ancona: «gli adolescenti sono in una bolla che rischia di esplodere anche in maniera più importante. Sicuramente la pandemia ha inciso – per esempio, è venuta meno la scuola, che è un modo per i ragazzini di confrontarsi e socializzare –, ma è anche il frutto di situazioni pregresse abbastanza difficili. Aumentano le conflittualità tra genitori, le separazioni, i divorzi. C’è tanto da fare: come avvocati che si occupano di questa materia siamo molto preoccupati».

Se dunque il lockdown e gli stop&go della scuola hanno contribuito a questo quadro a tinte fosche, non ne sono probabilmente la causa primaria, come sottolinea anche la dottoressa Oriana Papa, dirigente psicologa della SOD Neuropsichiatria infantile dell Salesi di Ancona: «ho l’impressione che stiamo imputando tutto al Covid senza interrogarci sui disagi che c’erano già prima. La pandemia ha solo tirato fuori quello che già era in germe. Stiamo facendo un confronto, tra il 2019 ed il 2020, dei pazienti arrivati al pronto soccorso nel periodo del lockdown rispetto a quelli che si erano presentati nello stesso periodo dell’anno precedente: questo perché servono i dati per inquadrare nel modo corretto il fenomeno».

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