ANCONA - Per piovere, durante l’inverno appena concluso, è piovuto più che nella media dei trent’anni precedenti. La precipitazione giornaliera cumulata registrata in media nelle Marche, messa a confronto con il trend del periodo 1991-2022, ha registrato tra il primo dicembre e il 22 marzo scorso un aumento di 55,6 mm, pari al +21,5%.
Eppure ci sono zone delle Marche già in piena carenza idrica, soprattutto il Piceno, dove il problema della siccità è aggravato dalla perdita di alcune importanti falde, rese inutilizzabili dal terremoto del 2016. E già adesso, mentre il consorzio idrico Ciip dovrà programmare razionamenti e il prefetto di Ascoli invita i sindaci a emettere ordinanze contro gli usi superflui di acqua, si litiga tra comuni dell’entroterra e della riviera per quelli che saranno i consumi estivi legati alle docce dei turisti.
Le previsioni meteo
Ancora più della carenza di piogge (sono previste precipitazioni intense sulle Marche per una perturbazione in transito da nord tra lunedì e le prime ore di martedì) al momento precoccupano le carenze infrastrutturali che provocano dispersioni, come dimostra un recente report dell’Istat dedicato all’uso di acqua in Italia.
Emerge che ogni cento litri di acqua immessa nelle reti dei Comuni marchigiani, 34,3 se ne vanno dispersi nei buchi di acquedotti vecchi e inefficienti.
La Cna: ammodernare
«L’acqua rappresenta una risorsa fondamentale per le imprese agricole marchigiane ma anche per le aziende manifatturiere idrovore e per quelle energetiche - commentano il presidente di Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni -. È fondamentale per queste imprese anche poter accedere al servizio idrico con costi delle bollette competitivi, visto che già devono affrontare costi energetici molto elevati». Per la Cna - con il 60% degli acquedotti che ha più di 30 anni e il 25% oltre mezzo secolo - «servono interventi di ammodernamento della rete idrica, vanno puliti gli invasi esistenti e ne vanno creati di nuovi, piccoli e diffusi sul territorio regionale. Oggi si recupera poco più del 10 per cento delle acque piovane».
La siccità
C’è da fare i conti poi con gli effetti del cambiamento climatico. Se negli ultimi quattro mesi le precipitazioni sono state soddisfacenti, venivamo da un lungo periodo di siccità. Ad Ancona la media della pioggia caduta nell’ultimo triennio è pari al 68,1% delle precipitazioni del 2010. E a volte quando piove, come abbiamo visto purtroppo sei mesi fa, si tratta di fenomeni estremi che fanno gravi danni.
Nonostante perdite e altre criticità, otto marchigiani su dieci sono molto o abbastanza soddisfatti del servizio idrico. Il 78%, secondo il report dell’Istat, apprezza odore, sapore e limpidezza dell’acqua dei rubinetti. Ai marchigiani dunque piace l’acqua “del sindaco” ma non si rinuncia a un bicchiere di minerale: l’88% infatti ne consuma almeno mezzo litro al giorno. Ci precedono in questa classifica solo umbri (91,4) e toscani (89,3).
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