ANCONA - Vorrebbero assumere, ma spesso faticano a trovare il profilo giusto di lavoratore che servirebbe al bancone del bar o nelle cucine di un ristorante, alla cassa del supermercato o nei laboratori artigiani del comparto moda. Le imprese marchigiane stanno tornando ai livelli pre-Covid, per le aspettative di nuove assunzioni, ma non sempre l’offerta di lavoro si incrocia con la domanda. E proprio per favorire la crescita dell’occupazione Regione Marche si prepara a dispiegare un tesoretto di circa 85 milioni del Fondo sociale europeo plus, dedicato alle politiche attive del lavoro.
Il periodo, nonostante le molte criticità, sembra propizio per chi cerca lavoro. Anche a marzo 2023, secondo i dati del sistema informativo Excelsior elaborati dalla Camera di Commercio delle Marche, è cresciuto il numero di contratti di lavoro che le nostre aziende hanno in programma di attivare: +21,8% rispetto a un anno fa, e +6% sul mese scorso. Anche le prime proiezioni che arrivano fino a maggio, segnalano una previsione di assunzioni (33.240) che cresce in un anno del 23%, sfiorando la situazione precedente alla pandemia di Coronavirus.
Dopo il virus
Ad offrire lavoro, proprio per la ripartenza dopo il triennio segnato dall’emergenza sanitaria, è soprattutto il settore dei servizi legati al turismo, che prevede 1.690 entrate, +37,4% rispetto a febbraio ‘23. Il report segnala una crescita omogenea in tutte le province: sul podio Pesaro-Urbino (+33,8%), Ancona (26,6%) e Fermo (25,4%). Tra le figure professioni più richieste nelle Marche ci sono esercenti e addetti nella ristorazione (1.370 entrate previste) e gli addetti alle vendite (800). In gran parte si tratta di assunzioni programmate per far fronte a picchi di produzione o stagionalità, perché si offrono contratti stabili (tempo indeterminato e apprendistato) solo nel 23% dei casi. Soprattutto nella ristorazione, con 3 contratti su 4, il rapporto proposto è a tempo determinato. Le maggiori difficoltà a trovare personale riguardano gli operai specializzati nel tessile e abbigliamento (difficili da reperire in oltre il 90% dei casi), operai addetti alle rifiniture nelle costruzioni e quelli specializzati nella lavorazione del cuoio, pelli e calzature. «La formazione rimane centrale quando si parla di lavoro nelle Marche e nel distretto della moda, come centrale è il ruolo dei percorsi formativi terziari professionalizzanti - commenta Andrea Santori, componente della giunta camerale con delega alla Formazione -. L’ultimo rapporto “Its Academy e lavoro” curato da Camere di Commercio e Indire, mostra che i diplomati negli Its Moda più richiesti per moda e calzature sono il tecnico superiore di processo, prodotto, comunicazione e marketing e quello per la nobilitazione degli articoli. In vista del polo Amazon previsto a Jesi per il 2025, un occhio di riguardo dovrà essere riservato alla formazione di tecnici e esperti della logistica».
Le risorse
Anche la Regione può giocare un ruolo decisivo, grazie alle risorse del nuovo Por Fse+ 2021/2027, dedicato alle politiche attive del lavoro.
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