La direzione Pd mette ai voti il futuro e venerdì si decide sulla costituente

La direzione Pd mette ai voti il futuro e venerdì si decide sulla costituente
La direzione Pd mette ai voti il futuro e venerdì si decide sulla costituente
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Domenica 11 Ottobre 2020, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 08:53

ANCONA -  Il giorno della verità per il Pd a pezzi dopo la debacle elettorale è stato fissato per venerdì 16. La location sarà quella della Casa del Popolo di Ancona, che ospiterà la direzione regionale alla quale spetta il compito di decidere i prossimi passi del partito. 

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All’appuntamento, la segreteria guidata da Giovanni Gostoli si presenterà dimissionaria e metterà ai voti la proposta di una costituente per traghettare i dem verso un nuovo congresso solo dopo una seria analisi della sconfitta ed un lavoro di ricucitura dello strappo con il territorio. Secondo i pronostici, il risultato della conta dovrebbe essere favorevole e ciò garantirebbe un tempo adeguato ad evitare che il congresso si trasformi in una riproposizione della guerra per bande che ha dilaniato il partito nel recente passato. L’altra opzione, infatti, sarebbe quella delle dimissioni secche del segretario, con la palla che passerebbe, da statuto, alla presidente dell’assemblea regionale Silvana Amati, alla quale spetterebbe il compito di dare mandato alla direzione di indire subito il congresso. 

Ma sull’evitare di affrettare i tempi, i democrat sembrano essere per lo più d’accordo. Una sconfitta di questa portata richiede un periodo di attenta riflessione, non un gesto d’impeto. È invece sulla gestione di questa fase di transizione fino al congresso che le posizioni si divaricano. Se, in generale, è la segreteria uscente che guida il partito nella nuova fase congressuale, questa volta diversi big hanno chiesto il commissariamento, in modo che sia un garante terzo a tirare le fila, e non i soliti noti. Chi sostiene questa posizione, teme che la costituente sia solo uno strumento di facciata, con riproposizione di maggioranze e divisioni, al termine della quale il rinnovamento tanto richiesto resterà solo a parole. Un gattopardesco modo per far restare tutto com’è, insomma.

Il commissariamento, invece, implicherebbe l’azzeramento immediato dei vertici regionali e provinciali, con un esponente del Pd nazionale che si farebbe lui stesso garante del percorso che porta al congresso. «Noi non siamo la destra, che fa venire gente da Roma per farsi dire cosa fare.

Abbiamo i nostri organismi, il nostro statuto, e sulla base di quelli opereremo», ragionano dalla segreteria. Una decisione spartiacque, dunque, quella che dovrà prendere venerdì la direzione, appuntamento al quale è previsto il pienone, con i parlamentari che hanno chiesto lo slittamento della convocazione – in un primo momento fissata per domani - così da poter essere presenti.

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