Direzione Pd ad alta tensione, Morani: «Partito maschilista, segreteria assente nelle Marche»

Direzione Pd, Alessia Morani: «Sconfitta è stata una catastrofe, partito assente nelle Marche»
Direzione Pd, Alessia Morani: «Sconfitta è stata una catastrofe, partito assente nelle Marche»
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Giovedì 6 Ottobre 2022, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 21:56

Tre punti fermi: congresso da chiudere entro marzo senza «rinviarlo alle calende greche». Spazio ai giovani nella nuova dirigenza del partito e il simbolo che non si tocca. Il segretario nazionale del Pd Enrico Letta questa mattina ha aperto la direzione nazionale che dopo sei ore di confronto è ancora nel vivo del dibattito con decine di interventi che si sono susseguiti e che si stanno avvicendando. Una direzione ad alta tensione, dove non sono mancate critiche anche nella gestione degli interventi, a tal punto che per sedare gli animi è dovuto intervenire direttamente il segretario Letta. Le Marche nella direzione nazionale sono rappresentate dall'ex senatrice pesarese Camilla Fabbri, dall'ex onorevole Alessia Morani, dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, dalla neo eletta deputata Irene Manzi e dal senatore riconfermato Francesco Verducci (oggi costretto a casa dal Covid). E proprio Alessia Morani ha preso la parola tra i primi marchigiani dem chiedendo «tempi brevi e certi per il congresso, senza dilazioni inutili».

Morani: «Catastrofe Pd, segreteria nazionale assente nelle Marche»

L'ex parlamentare che è stata anche sottosegretaria del governo Draghi ha ribadito la necessità di rigenerazione interna al partito senza scioglimenti o cambi di nome, ma è stata durissima nell'analisi politica della sconfitta elettorale e non ha fatto sconti. «Letta ha detto che la sconfitta non è stata catastrofica.

Per me invece è stata catastrofica. Abbiamo perso per una linea politica confusa e ondivaga: abbiamo parlato fino allo sfinimento del campo largo con grillini, a un certo punto e diventato campo santo». Per la deputata uscente, «la nostra leadership mancava di empatia, popolarità e forza che serve». Assente anche nei territori. «Nelle Marche - sottolinea Morani - c'è il peggior esperimento di destra nazionale con la giunta Acquaroli e ve ne siete accorti solo durante le elezioni. Della segreteria prima non si è visto nessuno, nemmeno quando noi facevamo la lotta contro la mancata applicazione delle linee guida del ministero». 

«Quote rosa utilizzate come strumento dalla politica»

Non ha risparmiato critiche sulla presenza delle quote rosa:  «Manchiamo di credibilità quando parliamo delle donne come parte attiva del partito e poi in Parlamento è stato eletto il 30% di quote rosa. E la sostituzione di Delrio e Marcucci è stata solo una operazione politica di estirpazione di ciò che rimaneva del renzismo, non una valorizzazione delle donne, ma le donne strumento della politica». Per l'ex deputata «la responsabilità non è solo del segretario, ora c'è il tiro a freccette, ma di tutto il gruppo dirigente. Serve un Congresso di rigenerazione, di ripartenza, non scioglienti o cambi di nome, con tempi brevi e certi. Ci sono tentativi di dilazione, evitiamo di tenere in ostaggio una comunità politica. Se si allunga troppo il brodo non troviamo più il Pd».  

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