ANCONA - C’è la Storia, con la “s” maiuscola. E poi c’è la storia, quella di giornata, che racconta di un nostalgico messaggio in ricordo dei giovani caduti nella Prima guerra mondiale finito nel mirino di un’aspra polemica assurta agli “onori” della cronaca nazionale.
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Il messaggio, diventato virale sui social, è quello contenuto in una comunicazione agli studenti marchigiani inviata dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti in occasione della ricorrenza del 4 novembre.
Nota che recita così: «Il nostro reverente pensiero va a tutti i figli d’Italia che dettero la loro vita per la Patria, una gioventù che andò al fronte e là rimase. Una gioventù lontana dai prudenti, dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte per dire: “Io c’ero”. Giovani che vollero essere altro, non con le declamazioni, ma con le opere, con l’esempio consapevoli che “un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee. Non solo le confessa e le professa, ma le attesta, le prova e le realizza”. Combatterono per dare un senso alla vita, alla vita di tutti, comunque essi la pensino. Per questo, quello che siamo e saremo lo dobbiamo anche a Loro e per questo ricordando i loro nomi sentiamo rispondere, come nelle trincee della Grande Guerra all’appello serale del comandante: PRESENTE!».
Parole che hanno scatenato una bufera tale da arrivare alla richiesta di dimissioni del direttore, giunta da più parti.
E sono pronte tre interrogazioni parlamentari - dei dem Francesco Verducci e Mario Morgoni, e dal portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni - al Miur di Lucia Azzolina affinché intervenga. Diplomatico il commento dell’assessora regionale all’Istruzione Giorgia Latini: «La lettera non è da interpretare come un’incitazione ad andare sui campi di battaglia, ma portare avanti le proprie idee senza farsi intimorire. Se la leggiamo così, può essere un bel messaggio. Sta a ognuno interpretarla in modo positivo o più estremo, come fatto sui social».