Delusione e rabbia: Procida sfila ad Ancona lo scettro della cultura. L'isola beffa i capoluoghi e le città con tanta storia

Delusione e rabbia: Procida sfila ad Ancona lo scettro della cultura. L'isola beffa i capoluoghi e città con tanta storia
Delusione e rabbia: Procida sfila ad Ancona lo scettro della cultura. L'isola beffa i capoluoghi e città con tanta storia
di Maria Teresa Bianciardi
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Martedì 19 Gennaio 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 08:50

ANCONA  - Un motto che, al di là del riconoscimento mancato, sarebbe stato in linea con le aspirazioni di Ancona. “La cultura non isola”. Peccato che sia il titolo del dossier, con cui Procida ieri è stata proclamata la Capitale italiana della cultura 2022. E ha messo all’angolo la Dorica, capoluogo di regione, con una popolazione dieci volte superiore.

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La piccola isola che fu frequentazione mitologica di Enea, celebrata dalla penna di Elsa Morante e, sul grande schermo, da Massimo Troisi, per battersela anche con Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania Lago Maggiore e Volterra, s’è scelta un testimonial d’eccezione: Toni Servillo.

La Dorica non s’è arresa e, al mitico della “Grande Bellezza”, ha risposto con la grazia di Lucia Mascino. Che, con eleganza, incassa il colpo: «È un grande successo essere arrivati in finale e credo che questo obiettivo abbia messo in moto nuove energie che vanno coltivate e sviluppate». Ma dev’essere successo che la giuria - capeggiata dal professor Stefano Baia Curioni - s’è fatta convincere, in tempi di pandemia, dalla metafora di quella piccola terra che affiora nel golfo di Napoli. Isolamento per bandiera e per rinascere. Una bella poesia, ma che non può essere un alibi per Ankon, detto alla greca, perché i conti con una sconfitta comunque tocca farli. 


Qual è il punto debole del dossier di Ancona? La domanda non ammette larghi giri di parole. E Stefano Zuffi, storico dell’arte, consulente neo-nominato per la strategia culturale della Pinacoteca Civica Podesti, non si tira indietro. Tuttavia ammorbidisce l’impatto: «Un punto che per me è anche fortissimo: la sincerità con cui la sindaca Mancinelli e l’assessore Marasca hanno ribadito che avrebbero comunque portato avanti i progetti del dossier La cultura tra l’Altro». Ricorda un passato prossimo, che pare ieri: «Ne parlavano come se fossero già in corso, ed è stato un elemento molto emozionante, durante la presentazione. Però immagino che ogni giurato abbia letto in quelle parole l’eco di una indipendenza realizzativa, di un’autosufficienza che non necessitava di sostegno economico». Quasi non servisse quel milione che era in palio. Ma Zuffi fa corrispondere il punto di caduta con quello della ripartenza: «Non resta che valorizzare con impegno quelle affermazioni, con la stessa fiducia e sincerità». La sfida è servita. 
Lo dice con la determinazione di sempre, la sindaca. «Il nostro progetto, popolare, di crescita e di sviluppo, va avanti. E lo realizzeremo insieme». 

Tra mare e cielo, con la città bella a fare da denominatore comune. Avanti. Ed è qui che la Mancinelli avrebbe scoperto il fianco. Quella promessa “coraggio-da-vendere” sembrava avere il retrogusto d’una promessa politica più che di un progetto per vincere. «Ancona ci è andata vicina - Valeria non s’arrende - ed è inutile negare che ci sia un po’ d’amaro in bocca». Imperterrita, non si piega: «Il lavoro svolto per la candidatura ci ha aiutato a convincerci delle nostre possibilità». Non dimentica il passaggio sulla riconoscenza: «Ringrazio le decine e decine di persone che hanno lavorato a qualcosa che continuerà a crescere».

E quello della cortesia: «Voglio fare i complimenti al mio collega di Procida, che è stato capace di radunare una comunità sensibile e accogliente attorno a un progetto ambizioso». Il segreto della riuscita, come rimarca l’architetto ed ex assessore dorico alla Cultura Vittorio Salmoni: costruire insieme. Un “insieme” che si può dilatare al massimo, ma che nella pratica talvolta crea inciampo. Quel piano di lavoro, poco percepito e comunicato, avrebbe spianato la strada alla fascinosa isola flegrea. Va nelle pieghe di un’occasione mancata Carlo Pesaresi. Il presidente della Form, dettaglia: «Si è fatta la scelta coraggiosa di puntare sulla sommatoria di tanti sotto-progetti per valorizzare le realtà locali. Utile su un piano territoriale, ma che non ha pagato». 


Non forza la scena Federico Leoni. L’assistente dello psicoanalista Massimo Recalcati per Kum!, il festival che alla Mole quest’anno ha opposto resistenza persino al Covid, ammette: «Be’, perdere non è mai bello. Ma ad Ancona è successo qualcosa di nuovo. Credo che questo processo continuerà, perché quando qualcosa di bello prende corpo, trova sempre le vie per realizzarsi. Vie magari diverse, ma le trova». Una l’ha indicata, con ironia, Dante Ferretti, lo scenografo prediletto dai grandi registi: «Vedrete, che fra 23 anni ci assegneranno la Capitale della cultura. Teniamoci in contatto». L’altra l’ha segnalata il ministro Dario Franceschini: «Raccolgo l’invito del presidente Baia Curioni a trovare un meccanismo per premiare non soltanto la città vincitrice ma anche le nove finaliste». Proprio vero, la cultura non isola. 

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