Del Balzo Ruiti, fondazione Carima: «L’Alta velocità? Noi ci saremmo ma solamente se c’è una sinergia»

Rosaria Del Balzo Ruiti con l'ex sindaco di Macerata Romano Carancini
Rosaria Del Balzo Ruiti con l'ex sindaco di Macerata Romano Carancini
di Luca Patrassi
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Lunedì 29 Marzo 2021, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Rosaria Del Balzo Ruiti è alla guida della Fondazione Carima da diversi anni. E Presidente lo è anche del comitato provinciale della Croce Rossa. Non uno sdoppiamento di personalità, visto che non è che cambi opinione in base alla riunione in corso. Per consuetudine di famiglia e storia personale, conosce e vive la realtà maceratese e marchigiana, quella imprenditoriale e quella sociale. 


Non si fa fatica a dire che le Marche pagano l’arretratezza delle infrastrutture, concorda? 
«Questo è un dato di fatto, lo vediamo e ce lo diciamo purtroppo da decenni»


L’occasione dei fondi europei andrebbe colta, puntando sul sostegno all’economia del territorio, iniziando magari dall’alta velocità ferroviaria.
«Sicuramente è un progetto fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico delle Marche, un’opera fondamentale per chi, a maggior ragione in questa fase, deve guardare al futuro e allo sviluppo del benessere». 


La Fondazione Carima, nei primi anni Duemila, finanziò il progetto a firma Fabrizio Romozzi che dette poi vita alla Quadrilatero con i benefici per il territorio che si sono visti .
«Tra la Fondazione Carima di allora e quella di oggi ci sono sostanziali differenze, anche economiche. Sia chiaro, ero e sono favorevole a quel tipo di azione, oggi i fondi a disposizione non sono rapportabili ed oggi ci dobbiamo confrontare con un territorio che ha subìto il terremoto, il crac della ex Banca Marche e la pandemia. Ogni nostra azione deve essere calibrata, ogni euro che esce ha una finalità. Sosteniamo, direi mensilmente, i Comuni nelle loro attività di assistenza, negli ultimi due anni abbiamo dato due milioni all’Asur per dotazioni sanitarie». 


Anche il sostegno all’economia fa parte della mission della Fondazione Carima, nata nel 1848 ed anche allora lo statuto segnalava quella economica tra le attività da sostenere. 
«Lo abbiano sempre fatto e continueremo a farlo. Leggo che il progetto di fattibilità per l’alta velocità potrebbe costare sessanta milioni, non è pensabile per noi affrontare un investimento del genere che pure consideriamo importantissimo per la regione e per la dorsale adriatica». 


Quindi, cosa pensa sia necessario fare?
«Credo che le Marche, regione al plurale, si debbano muovere insieme, tutti insieme, le istituzioni, le associazioni di categoria, le fondazioni, Confindustria, tutti.

Non solo nelle Marche ma in tutta la dorsale adriatica ci deve essere sinergia attorno ad un piano di fondamentale importanza per il futuro». 


Lei crede che nelle Marche dei mille campanili riescano a muoversi tutti insieme? 
«Nelle Marche dei mille campanili credo che anche la pandemia abbia aiutato tutti a capire che le questioni si risolvono con un’azione sinergica, si deve parlare con una voce unitaria, dal condominio fino alle istituzioni: credo che le Marche possano aver superato la logica dell’orticello di casa». 


Quindi la Carima c’è sul fronte del sostegno al piano per l’alta velocità?
«Certo, nei limiti e negli spazi del nostro patrimonio e degli indirizzi statutari. Ci siamo e ci saremo al fianco delle istituzioni». 


Ed a proposito di istituzioni, la presidente Rosaria Del Balzo Ruiti una battuta amara se la concede

 «Certo è che se le istituzioni ci fossero state vicine ai tempi del crac di Banca Marche, oggi staremmo tutti molto meglio».

Come dire che in altri territori bancari e politici, la storia è andata diversamente. Peraltro, giusto per ricordare, nelle Marche - regione al plurale - quando partì l’operazione Quadrilatero ci furono istituzioni che fecero ricorso ai giudici amministrativi pur di opporsi all’iniziativa sostenuta dall’allora viceministro Mario Baldassarri. A distanza di venti anni Fondazione Carima, allora guidata da Franco Gazzani ed ora da Rosaria Del Balzo Ruiti, è ancora in campo ma stavolta non può giocare da sola. La ex Banca Marche, nel silenzio delle istituzioni, ha lasciato il segno.

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