Cresce l’occupazione nelle Marche trainate dall’industria. Siamo meglio dell’Italia: boom di assunzioni femminili

Cresce l’occupazione nelle Marche trainata dall’industria. Siamo meglio dell’Italia
Cresce l’occupazione nelle Marche trainata dall’industria. Siamo meglio dell’Italia
di Véronique Angeletti
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Venerdì 17 Marzo 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 11:59

ANCONA Gode di buona salute il mercato del lavoro nelle Marche. Tendente all’ottimo. L’occupazione è in crescita, soprattutto quella femminile e si concentra nel manifatturiero. Ad aver intercettato i segni del rialzo sono stati gli analisti della Cna e Confartigianato su rielaborazione dei dati Istat. Il che regala conforto e quella giusta serenità utile per progettare l’immediato futuro. Intanto, c’è di nuovo una accelerazione nella crescita percentuale dell’occupazione. Tra le più elevate. E’ inferiore solo a quelle di Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana e Puglia e decisamente più elevata del + 1,1% nazionale. Vale nel 2022 +3,7% mentre nel 2021 era dello 0,8%. 


Gli indipendenti

«Come già nel 2021 - commentano gli analisti delle due associazioni di categoria - nel 2022 è ben più intensa per la componente degli occupati indipendenti (imprenditori, liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti familiari, soci di cooperative, collaboratori) i quali aumentano del 5,7%, pari a 8.178 unità in più.

In termini assoluti – aggiungono - la crescita occupazionale tra i dipendenti è ancora più elevata (+14.522) ma sensibilmente inferiore in termini percentuali (+3,1%)». Il miglioramento dell’equilibrio del mercato del lavoro si nota nel tasso di attività (la partecipazione al mercato del lavoro) passa da 69,2% nel 2021 a 71,4% nel 2022; nel tasso di occupazione che passa da 64,1% a 66,8% ed infine nel tasso di disoccupazione che scende da 7,1% a 6,2%. Una ripresa, a differenza del 2021, comunque molto al femminile. 

Le quote rosa

Le occupate crescono del 5,7% e gli occupati del 2,1%. Le 15.237 donne in più sono il doppio rispetto ai 7.462 uomini occupati aggiuntivi. Un divario ancor più elevato si registra nell’aumento delle forze di lavoro (donne +4,7% e uomini solo +1,1%) e siccome la crescita della partecipazione al mercato del lavoro femminile è oltre quattro volte superiore a quella maschile, le donne in cerca di occupazione calano ma meno degli uomini (-6,3% contro -15,5%). In termini settoriali, la crescita occupazionale non si concentra più nei servizi come nel 2021 (+4,7%, con oltre 17.600 occupati in più) ma nell’attività manifatturiere (“industria in senso stretto”) che registrano oltre 12 mila occupati in più (+7,1%) e alle costruzioni (+5.106 occupati pari a +16,3%). Il comparto agricolo (+1.878 unità) eguaglia il secondario (“industria”) considerato nel suo complesso (+8,5%), e il terziario cresce solo dello 0,9% (3.703 occupati in più).

Il commercio

Ciò si deve alla crisi del commercio che da solo perde 3.875 occupati pari al 4,7% in meno. Comunque, la ripresa occupazionale è più marcata nell’ascolano (+8,7%) e nel maceratese (+4,5%), segue il pesarese (+3,1%) e l’anconetano (+2,3%). Più bassa, nel fermano (+1,7%). La crescita occupazionale dell’agricoltura, invece, si concentra nel fermano ma non riguarda la provincia di Ascoli Piceno (dove da sola l’agricoltura perde oltre mille occupati).

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