Il piano di Acquaroli: «Marche in zona gialla ma attenzione dove il Covid è ancora forte». I Comuni che rischiano l'arancione

Acquaroli: «Marche ancora in zona gialla ma attenzione costante dove il Covid è più forte»
Acquaroli: «Marche ancora in zona gialla ma attenzione costante dove il Covid è più forte»
di Martina Marinangeli
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Sabato 15 Maggio 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 16:17

ANCONA  - Marche in giallo per un’altra settimana, ma alcuni Comuni continuano ad essere tenuti sotto stretta sorveglianza, in attesa della decisione di lunedì sull’eventuale collocazione in zona arancione rafforzato, dove fino a martedì stazioneranno Acqualagna e Petriano. Monitorati con particolare attenzione Morrovalle e Montecassiano, che la scorsa settimana avevano sforato il parametro del tasso di incidenza ogni 100mila abitanti ed avevano registrato più di 10 casi positivi in sette giorni (i due indici su cui vengono prese le decisioni in merito all’introduzione delle misure restrittive). 

Bisognerà vedere anche il trend del weekend ma, a ieri, Morrovalle aveva mostrato una frenata (se lunedì 10 maggio i casi registrati erano 70, ieri il dato era sceso a 63), mentre a Montecassiano è successo l’opposto: 44 i positivi ad inizio settimana, saliti fino a 54 nella giornata di ieri. Per quanto concerne la città di Acqualagna, i casi sono passati dai 69 di lunedì a 72, mentre a Petriano sono saliti da 52 a 56 tra lunedì e ieri. La ratio che guida l’operato della Regione per tenere sotto controllo la curva epidemiologica è quella di intervenire chirurgicamente sui singoli Comuni dove il virus corre di più, evitando di blindare intere province. Ma la situazione tra i diversi territori è molto diversa.

Se l’Anconetano, dopo l’impennata di fine febbraio seguita alla diffusione della variante inglese, ha ora numeri da zona bianca (l’incidenza negli ultimi sette giorni è di 42,8 casi ogni 100mila abitanti, e da diverse settimana in trend decrescente), il Pesarese e l’Ascolano flettono con più fatica e, anzi, registrano una moderata crescita: nel primo caso, il tasso di positivi ogni 100mila abitanti è di 124,8, nel secondo 127,4.

C’è poi il Maceratese, dove si trovano i Comuni sorvegliati speciali, dove l’incidenza si assesta su 98,3, mentre nella provincia di Fermo siamo a 76,5.


«Siamo vigili ed attenti sui Comuni – si mostra cauto il governatore Francesco Acquaroli –: con l’inserimento della soglia di 150 casi ogni 100mila abitanti per entrare in zona arancione, il rischio di dover introdurre le misure più restrittive c’è. Dobbiamo evitare che nelle città in cui c’è un’alta circolazione del virus, aumenti l’incidenza. Ci sono realtà entrate sotto osservazione perché avevano sforato i parametri la scorsa settimana, speriamo che alla fine di questa siano rientrati: aspettiamo lunedì per vedere cosa emergerà dalle rilevazioni del Gores. Per il momento, la zona bianca non è facilmente raggiungibile».


Stando al monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità pubblicato ieri, l’Rt marchigiano è a 0,95, con una valutazione di impatto «bassa», ma con casi in aumento (1522 quelli segnalati nella settimana presa in esame, ovvero i sette giorni tra il 3 ed il 9 maggio). A livello nazionale, non è ancora stato deciso se l’indice Rt verrà rimodulato oppure direttamente abolito, ma «in questo momento è un parametro un po’ superato – osserva infine il governatore Acquaroli –: non misura il tasso dei positivi, ma il grado di crescita del virus. Per fare un esempio, nella scorsa estate, quando i casi erano azzerati, la nostra regione passò da 3-4 positivi a 7 in una settimana e l’Rt fece un balzo. Eppure parlavamo di un numero di positivi inferiore a 10. Il rischio di questo indice con dati bassi, è che una minima variazione lo faccia impennare».

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