Sette giorni per decidere, Acquaroli pronto a revocare l'ordinanza: «Dal 25 superiori in classe se i contagi non crescono»

Sette giorni per decidere, Acquaroli pronto a revocare l'ordinanza: «Dal 25 superiori in classe se i contagi diminuiscono»
Sette giorni per decidere, Acquaroli pronto a revocare l'ordinanza: «Dal 25 superiori in classe se i contagi diminuiscono»
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Domenica 17 Gennaio 2021, 02:45

ANCONA Il prossimo obiettivo sarà quello di far tornare in classe i ragazzi delle scuole superiori, rispettando la regola del 50% in presenza e il resto in Dad. E per il governatore delle Marche Francesco Acquaroli si tratta di un obiettivo a breve scadenza, una settimana al massimo. «Se in questi giorni la curva epidemiologica dovesse continuare a calare o comunque mantenersi costante con un Rt sotto l’1, potremmo decidere di riaprire gli istituti superiori». Il presidente lo ha detto ieri in diretta su Facebook, senza specificare la data ma il giorno x potrebbe essere lunedì 25 gennaio, mentre l’ordinanza firmata il 5 gennaio aveva disposto la didattica a distanza al 100% fino alla fine del mese.

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C’è bisogno il più possibile di normalità, anche se da oggi le Marche assieme ad altre 11 regioni d’Italia entrano senza possibilità d’appello nella zona arancione, che limita molto gli spostamenti e le attività commerciali. Anche nei giorni scorsi un’inchiesta del Corriere Adriatico ha evidenziato un disagio dei giovani costretti a sospendere la socialità scolastica ed extrascolastica, arrivando persino a sfogare il proprio malessere in risse e litigi fra coetanei. «Abbiamo deciso di chiudere le superiori totalmente - ha spiegato ieri il governatore Acquaroli - perché la prima settimana di gennaio abbiamo osservato una recrudescenza di casi da Covid e temevamo che mettendo in movimento migliaia di studenti nelle strade e nelle piazze avremmo amplificato la curva di contagio». Per quanto riguarda i trasporti, il presidente ha manifestato tranquillità: «Il piano era stato già predisposto in maniera tale da consentire i collegamenti in sicurezza, potranno ricominciare senza particolari problemi». Dunque la svolta di queste ultime ore è proprio la riflessione sul rientro in classe, riflessione dettata da un’epidemia che sembra avere rallentato la propria corsa in regione. 

«Da oltre un mese e mezzo abbiamo un Rt sotto l’1 e anche questa settimana la situazione sembra continuare ad essere piuttosto costante senza picchi preoccupanti. Per questo motivo stiamo pensando ad un rientro anticipato». Da domani in Italia circa 840 mila studenti delle superiori in 5 Regioni (256 mila nel Lazio, 13 mila in Molise, 197 mila in Emilia Romagna, 176 mila in Piemonte e 199 mila in Puglia) frequenteranno le lezioni in presenza, alternandosi al 50% in classe fino ad un massimo del 75%. Spinti anche da due ordinanze del Tar che ha disposto la riapertura delle aule in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Il governatore emiliano Bonaccini aveva disposto la didattica a distanza al 100% fino al 23 gennaio . «Da lunedì (domani) riprenderanno le lezioni in presenza al 50% delle scuole superiori - ha sottolineato ieri - . Qui le sentenze si rispettano. Siamo abituati così». La stoccata è diretta al governatore del Fvg che, nonostante la sentenza del Tar a favore della riapertura, ha sottolineato che non intende riaprire le scuole superiori. E sarebbe pronto a firmare una seconda ordinanza che ricalca la prima, disponendo la chiusura delle classi fino alla fine del mese.

«È stata una scelta combattuta e difficile quella di non riaprire le scuole in presenza - ha sottolineato il presidente marchigiano - ma di fronte ai numeri dei contagi abbiamo ritenuto non esporre i cittadini ad ulteriori rischi.

Diverse invece le misure adottate dal governo in questi giorni, che contestiamo apertamente. Io stesso chiederò un confronto con i parlamentari della nostra regione affinché si facciano portatori delle difficoltà economiche che tutti i settori stanno affrontando».

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