ANCONA - Nei corridoi di palazzo Raffaello la versione sporca della storia riferiva di un accumulo così polarizzato delle ore di smart working nei giorni di lunedi e di venerdì che a qualcuno era venuto il dubbio su qualche comportamento opportunistico. Per i garantisti (con ironia), invece, era tutto a posto, solo un «accumulo di coincidenze».
La transizione estiva
Come che sia, nel guado della transizione estiva la materia sul lavoro da remoto, o smartizzabile, ha trovato il suo Mosè nel decreto legge 52 del 2021. Che fissa dei limiti all’attività lontano dagli uffici in una fascia tra il 60 e il 15% per le attività delegabili, appunto, a casa. E in questo modo ha offerto tutti i fianchi possibili a una rivisitazione dell’organizzazione secondo i canoni flessibili del piano per il lavoro agile. C’è da qualche settimana una circolare con paletti chiari. Il quadro di partenza lo definisce l’assessore Castelli: «Intanto la prima stella polare che vogliamo seguire è la sicurezza del lavoro, quindi tutela della salute al primo posto. E per questo siamo in attesa di uno studio in corso di svolgimento che ci dica qual è l’indice di assembramento sostenibile per gli uffici».
Il nuovo possibile assetto
Fissata la pietra miliare si passa al nuovo, possibile assetto. «Quella dello smart working è una modalità di lavoro, riguarda alcune attività, e siamo ben disposti ma è necessario che venga organizzata in un sistema evoluto rispetto a quello attuale, un sistema in cui vi siano dirigenti più responsabilizzati, capaci e orientati a organizzare il lavoro in questa direzione flessibile.
La reperibilità in orario
Ancora: la connessione della reperibilità deve adattarsi all’orario di lavoro e non viceversa altrimenti si prendono le ferie. Garantire quindi che «la giornata lavorativa in smart working mantenga inalterate le fasce di reperibilità, corrispondenti all’orario rigido previsto a calendario. Nel caso in cui tale reperibilità non possa essere garantita, è necessario il ricorso all’istituto delle ferie». E, per contro: «Evitare che le ferie coincidano unicamente con le giornate in presenza». Poi un passaggio anche dedicato ai quadri: «Riequilibrare le giornate in presenza, ponendo maggior attenzione al servizio in sede delle figure dirigenziali e delle posizioni organizzative, nonché delle categorie a più elevata responsabilità di procedimento, salvo motivate eccezioni». Sempre Covid permettendo, si intende.