I negozi dei centri commerciali rivogliono i weekend, giù le serrande per protesta: «Certezze per 780mila lavoratori»

I negozi dei centri commerciali rivogliono i weekend, giù le serrande per protesta: «Certezze per 780mila lavoratori»
I negozi dei centri commerciali rivogliono i weekend, giù le serrande per protesta: «Certezze per 780mila lavoratori»
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 23:57

ANCONA - I negozi dei centri commerciali rivogliono il weekend e per questo lanciano una manifestazione di protesta per martedì prossimo, 11 maggo, quando, alle 11 di mattina, si abbasseranno le saracinesce di 30mila negozi, anche nelle Marche, per alcuni minuti.

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L'iniziativa, spiega una nota, è promossa dalle associazioni del commercio, Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Consiglio Nazionale dei  Centri Commerciali e Federdistribuzione, che chiedono l'immediata revoca delle misure restrittive che da oltre sei mesi impongono la chiusura dei negozi nei giorni festivi e pre-festivi.  

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Le associazioni del commercio vogliono dare voce ai 780mila lavoratori delle 1.300 strutture commerciali integrate presenti su tutto il territorio nazionale, «che vivono da oltre un anno in un clima di forte incertezza, aggravato dalle stringenti misure con cui il Governo impedisce a migliaia di attività commerciali di lavorare nel week-end, ovvero nei giorni più importanti della settimana in termini di ricavi e fatturato».

La manifestazione è volta anche a ribadire la sicurezza dei centri, parchi e gallerie commerciali che, sin dall'inizio della pandemia, hanno adottato «protocolli rigorosi, garantendo che non si registrasse alcun caso di focolaio in tali strutture». Dall'inizio dell'emergenza, il settore dei centri commerciali si è impegnato in un dialogo costruttivo con il Governo, anche mettendo volontariamente e gratuitamente a disposizione 160 strutture sul territorio nazionale per la creazione di hub vaccinali. Le associazioni del commercio coinvolte «auspicano di poter avere dalle istituzioni risposte certe e tempestive, per rimettere in moto un comparto tra i più danneggiati dalla crisi, che continua ad operare solo parzialmente e senza una chiara prospettiva di ripresa».

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