ANCONA - Appena un marchigiano su sei è protetto da una quarta dose di vaccino anti-Covid. E nell’ultimo mese, nonostante l’apertura dei secondi booster a tutta la popolazione over 12 anche non fragile, il tasso di copertura è salito di appena 4 punti percentuali, dall’11,5% del 6 ottobre al 15,7 di giovedì scorso. Sono i dati che emergono dai report settimanali elaborati dalla Fondazione indipendente Gimbe, che dedica una parte della sua analisi sull’epidemia alla campagna di immunizzazione. Le Marche continuano a essere indietro rispetto alla media nazionale e nelle ultime quattro settimane la forbice si è ancor più divaricata.
La forbice
Se un mese fa c’erano 6,2 punti di differenza rispetto alla media italiana di copertura con quarte dosi (allora al 17,7%) adesso il differenziale sfiora il 7%: le Marche hanno il 15,7% di popolazione vaccinata con 4 dosi, la media nazionale è al 22,5%.
Adesso che la curva dei contagi ha cambiato verso, scendendo a 4.200 casi settimanali, la somministrazione di quarte dosi è in una fase di stanca, mentre le quinte proprio non decollano. La Regione Marche dal 21 ottobre ha aperto gli slot per un’ulteriore dose agli over 80 e agli ultra 60enni fragili che avevano fatto la quarta da più di 120 giorni, ma finora sono state iniettate solo 869 quinte dosi.
Le sottovarianti
Le Marche sono in ritardo, nonostante gli inviti delle autorità sanitarie a farsi trovare protetti durante l’autunno, anche per le nuove sottovarianti (prima Centaurus, poi Cerberus) in circolazione anche qui. Siamo ancora in ritardo. Secondo l’ultimo report settimanale della fondazione Gimbe nelle Marche la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino anti-Covid è al 12,6%, superiore alla media italiana (10,4%) a cui però va sottratta la popolazione temporaneamente protetta, in quanto guarita dal Covid-19 da meno di 180 giorni, pari al 2,1%. Oltre che nelle quarti dosi, siamo indietro nella vaccinazione pediatrica (5-11 anni) dove ha completato il ciclo il 20,6% della popolazione, ben al di sotto della media italiana (35,2%).
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