Il virologo Menzo: «Vaccinare presto i bimbi dai cinque agli undici anni. La zona gialla non è utopia»

Il virologo Menzo: «Vaccinare presto i bimbi dai cinque agli undici anni. La zona gialla non è utopia»
Il virologo Menzo: «Vaccinare presto i bimbi dai cinque agli undici anni. La zona gialla non è utopia»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 11 Novembre 2021, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 15:32

ANCONA - Professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di Virologia degli Ospedali riuniti di Torrette e docente di Microbiologia alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, ieri la regione ha registrato un’impennata nei contagi, picco provvisorio di una curva da giorni in crescita: può essere dovuto all’arrivo della variante Delta plus?
«No, la Delta plus è rimasta sporadica qui da noi. Peraltro, vediamo diverse sottovarianti della Delta, che si sta evolvendo anche localmente con piccole mutazioni, ma non prendono piede. La Delta è ancora predominante».

La Regione aggiunge 24 posti in rianimazione così il tasso di occupazione scende sotto il 10%. L'effetto-vaccini limita la gravità. Terza dose anche ai 40enni

 
A cosa può essere dovuto allora l’aumento dei nuovi positivi? 
«Le attività sono tutte aperte ed i contagi hanno sempre un andamento esponenziale: il fatto che sia ad alto o a basso esponente, determina la rapidità della curva. E mentre quando arrivò la prima ondata della Delta, in estate, si continuava ancora un po’ a vaccinare e, per questo, si sono ottenuti dei miglioramenti, ora che non si vaccinano più nuove persone - e man mano si perde la capacità di risposta delle persone vaccinate da mesi -, la curva comincia a salire».
Quali provvedimenti andrebbero presi?
«Spingere sulla terza dose, che garantisce una migliore difesa nei confronti anche dell’infezione. Oppure alcune limitazioni alla circolazione, che immagino vedremo quando qualche Regione finirà in zona gialla». 
Al momento le Marche hanno un tasso d’incidenza sopra la soglia e l’occupazione delle terapie intensive al limite del 10%. Dei tre parametri per rimanere in zona bianca, solo l’area medica è abbondantemente sotto il limite: rischiamo a breve di finire in zona gialla a suo avviso? 
«Probabilmente sì. Difficile dire tra quanto, ma penso sia questione di settimane. Non credo che questo fenomeno si fermerà da solo, quindi penso si dovrà prendere qualche provvedimento restrittivo, oltre ad andare avanti con le vaccinazioni, che si spera diventino in fretta più frequenti».
Anche nella fascia tra i 5 e gli 11 anni? 
«Sì quando sarà possibile, cioè tra poco. La cosa più intelligente che possiamo fare è rendere la vaccinazione più efficace con le terze dosi, estenderla ai più giovani (quindi fino ai 5 anni) che sono importanti contributori dell’epidemia, e convincere chi ancora non ha fatto neanche la prima dose, anche se ho qualche dubbio che questo sia possibile».
L’effetto della campagna vaccinale si vede comunque già nei numeri della pandemia, decisamente più bassi rispetto a quelli di un anno fa.
«Sì, l’efficacia della vaccinazione contro la malattia grave è evidente e per fortuna dura nel tempo. Quindi non dovremmo vedere molte malattie gravi però, per quanto poche, costituiscono comunque un enorme ostacolo per una vita normale. Oppure possiamo fare finta di niente come in Inghilterra, dove però decidono di poter tollerare un paio di centinaia di morti al giorno. Si riesce a vivere normalmente anche così, ma è quello che vogliamo? È una domanda che la politica deve porsi».
Si sta ragionando su un super green pass per vaccinati e guariti: ha senso come misura? 
«Qualsiasi iniziativa tesa ad aumentare il numero di persone che si vaccinano è cosa buona e giusta. Al limite anche l’obbligo, benché senza controlli credo servirebbe a poco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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