ANCONA - La rimodulazione dei reparti per far spazio ai pazienti Covid – senza bloccare il resto delle attività ospedaliere – è pronta. Ieri in cabina di regia è passata la riorganizzazione dei posti letto che fissa i tetti massimi di occupazione nei nosocomi, così da garantire un’equa distribuzione della gestione pandemica. L’assetto punta a scongiurare la limitazione (quando non l’azzeramento) delle ordinarie attività sanitarie a cui si è assistito nelle precedenti ondate.
L’analisi
«Siamo in una fase di plateau, questo ci fa tirare un sospiro di sollievo – commenta l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – Nonostante ciò, abbiamo comunque delineato la riorganizzazione dei reparti perché dobbiamo farci trovare pronti e lunedì la porterò in giunta. Nel documento viene previsto lo sforzo massimo che ogni azienda deve fare». A partire dalle terapie intensive, «che per ogni paziente assorbono 10 professionalità che potrebbero curare altre patologie». La rimodulazione prevede la seguente distribuzione dei posti letto Covid nelle Rianimazioni: 31 a Marche Nord, 29 negli Ospedali riuniti di Ancona, 5 ciascuno negli ospedali di Jesi, Civitanova e San Benedetto, 4 a Fermo. «Queste soglie non le abbiamo ancora raggiunte – prosegue Saltamartini – ma nell’ipotesi in cui dovessimo superarle, potremmo prevedere la riapertura per moduli del Covid Hospital di Civitanova, con personale mandato da ognuna delle 4 aziende ospedaliere».
Le critiche
La gestione della pandemia da parte della Regione è finita nel bersaglio dei cinque segretari provinciali Pd, che in una nota congiunta hanno espresso «preoccupazione. Il personale sanitario è allo stremo, per non parlare della mancata liquidazione delle indennità e il blocco delle ferie: gli eroi del Covid stanno perdendo la speranza a causa della mala organizzazione di questi mesi di cui è responsabile la giunta Acquaroli» picchiano duro Ameli, Falà, Fulvi, Piermartiri e Sciapichetti. E nel mirino dem finisce anche il Pnrr Sanità: «Come scegliere dove realizzare ospedali e case di comunità? Quali criteri sono stati adottati? Duole constatare che purtroppo le Marche vanno nel senso opposto a quanto suggerito dal buonsenso, prendendo la solita piega della parcellizzazione delle risorse senza nessuna visione strategica, con soluzioni calate dall’alto. È utile che vengano convocate dalla Regione le conferenze dei sindaci in tutte le aree vaste».
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