Marche, la Giunta regionale rimodula i reparti per far spazio ai pazienti Covid. «Dobbiamo farci trovare pronti»

Saltamartini: «Siamo in una fase di plateau». I segretari Pd: «Personale allo stremo»

Marche, la Giunta regionale rimodula i reparti per far spazio ai pazienti Covid. «Dobbiamo farci trovare pronti»
Marche, la Giunta regionale rimodula i reparti per far spazio ai pazienti Covid. «Dobbiamo farci trovare pronti»
di Martina Marinangeli
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Martedì 25 Gennaio 2022, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 15:31

ANCONA - La rimodulazione dei reparti per far spazio ai pazienti Covid – senza bloccare il resto delle attività ospedaliere – è pronta. Ieri in cabina di regia è passata la riorganizzazione dei posti letto che fissa i tetti massimi di occupazione nei nosocomi, così da garantire un’equa distribuzione della gestione pandemica. L’assetto punta a scongiurare la limitazione (quando non l’azzeramento) delle ordinarie attività sanitarie a cui si è assistito nelle precedenti ondate. 

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L’analisi
«Siamo in una fase di plateau, questo ci fa tirare un sospiro di sollievo – commenta l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – Nonostante ciò, abbiamo comunque delineato la riorganizzazione dei reparti perché dobbiamo farci trovare pronti e lunedì la porterò in giunta. Nel documento viene previsto lo sforzo massimo che ogni azienda deve fare». A partire dalle terapie intensive, «che per ogni paziente assorbono 10 professionalità che potrebbero curare altre patologie». La rimodulazione prevede la seguente distribuzione dei posti letto Covid nelle Rianimazioni: 31 a Marche Nord, 29 negli Ospedali riuniti di Ancona, 5 ciascuno negli ospedali di Jesi, Civitanova e San Benedetto, 4 a Fermo. «Queste soglie non le abbiamo ancora raggiunte – prosegue Saltamartini – ma nell’ipotesi in cui dovessimo superarle, potremmo prevedere la riapertura per moduli del Covid Hospital di Civitanova, con personale mandato da ognuna delle 4 aziende ospedaliere». 
In area medica, si è deciso che resteranno Covid free gli ospedali di Urbino, Fabriano, Camerino ed Ascoli (solo il padiglione distaccato di Malattie infettive ospiterà pazienti Covid).

Tra semi intensivi ed ordinari, a Marche Nord è stata destinata una disponibilità di 70 posti, agli Ospedali riuniti di 80 ed all’Inrca di Ancona di 38. Poi ci sono gli ospedali Asur, che potranno contare su 31 posti Covid non intensivi a Senigallia, 31 a Jesi, 7 a Civitanova, 30 a bassa intensità a San Severino, otto a Macerata, 31 a Fermo, 18 ad Ascoli e 10 a San Benedetto. Infine, il capitolo post acuzie, con 258 posti letto messi a disposizione in nove strutture territoriali. «Il fatto che il trend di ospedalizzazioni non cresca come faceva a gennaio 2021 – puntualizza Saltamartini – è merito inequivocabile di vaccini e cure con gli anticorpi monoclonali». A proposito di vaccinazioni, «mancano 40mila delle 420mila persone che dovevamo coprire con la terza dose entro fine gennaio, quindi ci siamo: facciamo dalle 16mila alle 18mila somministrazioni al giorno, il doppio del tetto minimo che ci aveva prescritto il commissario Figliuolo. A febbraio, i marchigiani da immunizzare con la dose booster saranno 111mila, 100mila a marzo e 122mila ad aprile. Non possiamo permetterci che chi ha compiuto 50 anni o ha il green pass in scadenza non possa andare a lavorare». 


Le critiche
La gestione della pandemia da parte della Regione è finita nel bersaglio dei cinque segretari provinciali Pd, che in una nota congiunta hanno espresso «preoccupazione. Il personale sanitario è allo stremo, per non parlare della mancata liquidazione delle indennità e il blocco delle ferie: gli eroi del Covid stanno perdendo la speranza a causa della mala organizzazione di questi mesi di cui è responsabile la giunta Acquaroli» picchiano duro Ameli, Falà, Fulvi, Piermartiri e Sciapichetti. E nel mirino dem finisce anche il Pnrr Sanità: «Come scegliere dove realizzare ospedali e case di comunità? Quali criteri sono stati adottati? Duole constatare che purtroppo le Marche vanno nel senso opposto a quanto suggerito dal buonsenso, prendendo la solita piega della parcellizzazione delle risorse senza nessuna visione strategica, con soluzioni calate dall’alto. È utile che vengano convocate dalla Regione le conferenze dei sindaci in tutte le aree vaste».

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