La pillola anti Covid a 21 pazienti positivi, somministrata a domicilio e in ospedale. E' boom anche di cure monoclonali

La pillola anti Covid a 21 pazienti positivi, somministrata a domicilio e in ospedale. E' boom anche di cure monoclonali
La pillola anti Covid a 21 pazienti positivi, somministrata a domicilio e in ospedale. E' boom anche di cure monoclonali
di Martina Marinangeli
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 04:30

ANCONA - In poco più di una settimana, sono saliti a 21 i pazienti Covid trattati con il Molnupiravir, l’antivirale orale (autorizzato per una distribuzione in condizioni di emergenza con Decreto del Ministero della Salute del 26 novembre 2021) il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Distribuita anche nelle Marche il 4 gennaio, la pillola anti Covid è andata ad ingrossare le fila delle cure domiciliari che hanno il compito di frenare, caso per caso, l’effetto tsunami del virus sugli ospedali. 

 
Le prescrizioni
Finora, la terapia è stata prescritta dalle Usca e dai medici di medicina generale, ovvero coloro che hanno l’opportunità di entrare in contatto con il paziente entro i primi cinque giorni dalla comparsa dei sintomi, nella malattia lieve o moderata. Con il Molnupiravir, infatti, la finestra temporale è precisa e particolarmente ristretta. Non a caso, dei 600 trattamenti (per altrettante persone) consegnati dalla struttura commissariale il 4 gennaio, 70 sono andati all’azienda ospedaliera di Torrette, 70 a Marche Nord e 20 all’Inrca, mentre ben 440 li ha presi in carico l’Asur così che potessero essere utilizzati a domicilio proprio dai medici di medicina generale e dai medici delle Usca. Dei 21 pazienti 6 sono stati trattati negli ospedali di Fabriano, Fermo e San Benedetto, mentre gli altri 15 sono nei Distretti di Ancona (2), Ascoli (3), Civitanova (1), Fermo (3), Jesi 8!), Pesaro (2), Senigallia (3). Il Molnupiravir si presenta come una confezione monopaziente che contiene 40 capsule da 200 milligrammi, e la terapia è di otto capsule al giorno per cinque giorni. Per essere efficace, deve essere somministrata entro cinque giorni dall’esordio dei sintomi. 


I primi pazienti
Le prime due prescrizioni sono state fatte, lo scorso 6 gennaio, a Roccafluvione e ad Ascoli Piceno. «Come hub regionale – spiega Adriana Pompilio, direttrice della Farmacia ospedaliera degli Ospedali riuniti di Ancona - abbiamo ricevuto la fornitura e poi l’abbiamo smistata negli altri ospedali.

Ci aspettiamo che il farmaco sia utilizzato prevalentemente a livello domiciliare». Negli ospedali, il suo utilizzo potrebbe rendersi necessario per pazienti che, ricoverati per altre patologie, dovessero contrarre il Covid e risultassero eleggibili alla terapia. L’ospedale regionale di Torrette rappresenta l’hub logistico anche per l’altro farmaco antivirale contro il Covid, ovvero il Remdesivir, mentre gli anticorpi monocolonali, oltre all’azienda di Ancona, che ha ricevuto la fornitura maggiore, erano stati consegnati anche a Marche Nord e al nosocomio di San Benedetto del Tronto. Una rete che collabora per arginare i ricoveri ed i referenti delle quattro aziende ospedaliere si sentono due volte al giorno per coordinare le operazioni. Un’arma in più che non sostituisce comunque la prevenzione garantita dal vaccino.


Il record
Nella settimana tra il 6 e il 12 gennaio le Marche sono state la prima regione italiana nell’utilizzo degli anticorpi monoclonali nella cura del Covid. Lo certifica l’Aifa e lo rilancia l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. A fronte di 13.372 nuovi positivi nelle Marche, sono state richieste 152 sacche di trattamento, con un prevalenza dell’1,14%. La seconda regione in Italia ha una prevalenza dello 0,58%, circa la metà. La media italiana invece è dello 0,18%. «Ho sempre creduto molto nell’utilizzo dei monoclonali – rimarca l’assessore- anche perché nell’85% dei casi determinano una guarigione quasi immediata». Il trattamento viene utilizzato in adulti e ragazzi con età pari o superiore ai 12 anni, allo stadio in cui non necessitano di ossigenoterapia ma che sono ad alto rischio di progressione della malattia. Queste terapie vengono somministrate per infusione endovenosa da effettuarsi in un tempo di 60 minuti (seguiti da altri 60 minuti di osservazione), in genere in regime ospedaliero. 
«Le cure domiciliari, come il Molnupiravir (la pillola anti-covid) e il Remdesivir, insieme ai Monoclonali, sono un valido aiuto per ridurre le ospedalizzazioni», conclude Saltamartini.

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