Il cardinale Menichelli sull’ipotesi di anticipare la celebrazione della Vigilia: «Non è l’orario che fa Natale»

Il cardinale Menichelli sull ipotesi di anticipare la celebrazione della Vigilia: «Non è l orario che fa Natale»
Il cardinale Menichelli sull’ipotesi di anticipare la celebrazione della Vigilia: ​«Non è l’orario che fa Natale»
di Martina Marinangeli
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Sabato 28 Novembre 2020, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 12:19

Il Natale è fatto di tanti riti, laici e religiosi. E l’emergenza Covid potrebbe metterne gran parte in stand by in questo disgraziato 2020. Ma se gli affollati cenoni di famiglia e le feste in casa tra amici non potranno essere inserite in agenda, un’altra tradizione molto sentita potrebbe cavarsela con un cambio di orario. Si tratta della Messa di mezzanotte la vigilia di Natale, da sempre capace di attirare un gran numero di fedeli, ma che quest’anno appare inconciliabile con il coprifuoco. «Far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia», l’osservazione del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, ed anche i sacerdoti marchigiani non ravvisano nessun problema nel celebrare la messa in anticipo sui tempi tradizionali. 

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«L’importante è che resti Natale, e questo non dipende dall’orario», commenta il cardinale Edoardo Menichelli, sottolineando come la cosa fondamentale sia che «ci educhi a capire anche questo tempo».

Un solco nel quale si ineriscono anche i parroci da nord a sud della regione, pronti a celebrare la funzione nel pieno rispetto delle regole anti-Covid che il governo inserirà nel Dpcm del 3 dicembre. 


Il messaggio


«Stiamo vivendo una situazione estremamente delicata e se ci sono restrizioni, sono giustificate - sottolinea don Alberto Forconi, coordinatore dell’unità pastorale che comprende Abbadia di Fiastra, Colmurano ed Urbisaglia -. Se dovremo spostare l’orario della messa, per quanto ci dispiaccia per la tradizione, ci adegueremo molto serenamente. In ogni caso, manca ancora un po’ di tempo al Natale e ci auguriamo che porti con sé la buona notizia di un importante abbassamento del contagio». Al messaggio di speranza, don Valerio Rastelletti, sacerdote di Pesaro, aggiunge anche una declinazione pratica: «Se dovessero permetterci di celebrare la messa della vigilia a mezzanotte, sarebbe opportuno che ogni chiesa aggiungesse almeno una funzione, per esempio alle 21, per evitare gli assembramenti». Ma se il governo non concedesse la deroga, «non ci sarebbe comunque nessun problema: anche il Papa, a Roma, la celebrerà prima». Dal Vaticano alle parrocchie marchigiane, insomma, tutti d’accordo. Inoltre, «le norme liturgiche non stabiliscono che la messa debba essere fatta a mezzanotte, parlano soltanto di “messa della notte”», fa notare don Marco Di Giorgio, anche lui sacerdote nella città di Rossini. «Non c’è un orario fisso, l’importante è celebrarla». E farlo evitando che si creino assembramenti. Perché se il cambio di orario non pare costituire affatto un grattacapo, organizzare le funzioni natalizie a prova di Covid è un’altra storia. «Il problema sarà far entrare i fedeli in Chiesa: al momento abbiamo un numero contingentato di persone che possono accedere e se la vigilia - ma anche il giorno di Natale - saranno di più, che cosa facciamo?», si domanda don Marco. 


I nodi da sciogliere


Quesito lecito a cui qualcuno ha già cercato una risposta: «ci siamo attrezzati con lo streaming, che può essere trasmesso anche nel teatro sotto la chiesa – la ricetta di don Giampiero Cinelli, parroco di Monticelli, nell’Ascolano –. Questo ci permette di ricavare altri 70-80 posti, oltre ai 184 della chiesa, con possibilità di portare l’ostia a tutti. Lo abbiamo già fatto anche per le prime comunioni e per altre cerimonie, così da evitare gli assembramenti tra i banchi. Anche se non credo ci sarà tale rischio per la vigilia quest’anno». 


I timori

Per molti, il timore del contagio farà da deterrente e la cosa potrebbe tradursi in una minore affluenza rispetto agli altri anni. Ma i riti religiosi hanno già imparato ad adattarsi agli affondi del Covid: a Pasqua, con il lockdown in pieno svolgimento, le chiese erano praticamente off limits e, nonostante ciò, il richiamo della fede non si spense. Ora siamo a Natale e, anche in questo caso, ci si adatterà: «non c’è scandalo nell’anticipare la messa della vigilia per garantire la sicurezza ed il bene comune», la chiosa di don Giampiero.

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