Le Marche chiuse per Covid, aperti alimentari e farmacie. Continuano ad aumentare i positivi: 479. Sale il numero dei decessi (22)

Un negozio di Ancona ha anticipato il provvedimento del presidente del consiglio dei ministri per rallentare l'epidemia di Covid
Un negozio di Ancona ha anticipato il provvedimento del presidente del consiglio dei ministri per rallentare l'epidemia di Covid
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 12 Marzo 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 16:15

ANCONA - Da oggi e fino al 25 marzo restano aperti solo supermercati, farmacie, parafarmacie e i servizi di pubblica utilità. Chiuse tutte le altre attività: bar, ristoranti, negozi, parrucchieri, centri estetici, mense. La seconda stretta del governo è stata ufficializzata ieri dal premier Conte in diretta all’Italia in piena emergenza Coronavirus

La mappa dei divieti
Pochi giri di parole, dritto al cuore del problema: «I risultati di questi provvedimenti non si vedranno nell’immediato. Ci vorranno almeno un paio di settimane», spiega il presidente del Consiglio mentre sui cellulari dei marchigiani iniziano ad arrivare i primi messaggi degli appuntamenti annullati e rinviati a data da destinarsi. Si fermano le Marche: funzioneranno i servizi pubblici, le banche, gli uffici postali, le assicurazioni e tutte le attività fondamentali a sostenere le aziende che continueranno a lavorare per garantire i bisogni primari dei cittadini.


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«Evitiamo gli accaparramenti», si è raccomandato il premier Conte. «Non c’è bisogno di assaltare i supermercati, che saranno sempre riforniti». Sembra di stare in guerra, ma stavolta la battaglia è contro l’insidioso virus che sta mettendo in ginocchio intere regioni. Una battaglia impegnativa e ostica, tanto che il governo ha deciso di nominare anche un commissario ad hoc, Domenico Arcuri, il cui compito sarà quello di rinforzare il sistema sanitario avviando nuove produzioni per tutte le necessità delle strutture ospedaliere, in stretto collegamento con la protezione civile. «L’Italia è protetta», ha concluso un ispiratissimo presidente del Consiglio. 
I casi in aumento
Ma ha davvero i contorni di un bollettino di guerra l’ultimo aggiornamento della Regione Marche sulle vittime da Coronavirus. Nella giornata di ieri si sono registrati altri quattro decessi, tutti nella provincia di Pesaro Urbino, tutti con patologie pregresse, tutti anziani tra i 73 e gli 88 anni. È drammaticamente salito a 22 (17 uomini e 5 donne) il numero delle morti che questa epidemia ha causato in regione: 19 sono nel Pesarese, 2 in provincia di Ancona e 1 a Macerata. Età media: 80,5 anni. Il virus si è propagato con particolare aggressività a nord delle Marche, anche se ieri è stato segnalato il primo caso di tampone positivo ad Ascoli: si tratta di un uomo di 64 anni rientrato da una settimana bianca in Lombardia. Numeri che crescono in maniera esponenziale: martedì il Gores aveva contato 394 persone contagiate, ieri sono salite a 479: ben 444 in più rispetto ai dati risalenti al primo marzo, appena 11 giorni fa, dove erano stati registrati 35 casi in tutta la regione. Un’escalation che purtroppo non si fermerà. Anzi. Il governatore Luca Ceriscioli - confermando le preoccupazioni anticipate al Corriere Adriatico - ieri ha sottolineato come l’epidemia subirà un’accelerata proprio nelle prossime ore: «Stiamo andando verso il raddoppio dei casi. Sarà una settimana di trincea e noi continuiamo a lavorare perché la sanità sia pronta». Un’operazione in salita sia sotto il profilo del personale medico e paramedico, sia dal punto di vista dei posti letto e delle strumentazioni a disposizione per i pazienti che devono essere ricoverati in rianimazione. Lo stesso presidente si raccomanda e confida nel buon senso e nella prudenza dei marchigiani: «Invito di nuovo tutti i cittadini ad osservare strettamente le indicazioni per contenere il contagio. Ringrazio di cuore tutti gli operatori della sanità che in questi giorni stanno svolgendo un lavoro straordinario. È dura, ma tutti insieme ce la facciamo». A mezzogiorno di ieri il gruppo operativo regionale di emergenza sanitaria ha registrato un totale di 479 casi di contagio, di cui 278 ricoverati (66 in terapia intensiva): sono invece 1909 le persone attualmente in quarantena presso la propria abitazione e di questi 299 sono operatori sanitari venuti a contatto con persone risultate positive al Covid-19.
In isolamento
Due settimane con il fiato sospeso, visto che potenzialmente tutti i marchigiani in isolamento potrebbero contrarre il virus (già 264 hanno sintomi) moltiplicando così il numero dei contagiati. «Noi sappiamo fin dall’inizio - ha spiegato il governatore Ceriscioli - che l’unico modo di affrontare davvero questa emergenza è quella di ridurre al massimo ogni forma di contatto, di seguire attentamente le prescrizioni mediche perché la prevenzione è l’arma più forte.

Le nostre strutture sanitarie sono impegnatissime con ormai centinaia di persone ricoverate, decine quelle in terapia intensiva, con un impegno straordinario da parte di tutti i sanitari».

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