Sintomi Covid solamente in un caso su 9: il contagiato medio ora ha 45 anni

Sintomi Covid solo in un caso su 9: il contagiato medio ora ha 45 anni
Sintomi Covid solo in un caso su 9: il contagiato medio ora ha 45 anni
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 08:29

ANCONA  - Gennaio manda agli archivi dellemergenza sanitaria da Sars-Cov-2 un mese di contagi ancora elevati nelle Marche (13.359, con una media giornaliera di 431) ma con i casi sintomatici limitati a un 11,4% del totale.

Una quota di uno su 9 che ha consentito di tenere basso l’indice di trasmissione Rt (che si stima solo sui positivi con sintomi) e di non sovraccaricare i reparti ospedalieri come a novembre.

Gennaio ha registrato 1.200 casi in più rispetto a dicembre, quando però nelle Marche si erano fatti quasi 2.000 test in meno rispetto ai 50.468 tamponi molecolari analizzati nell’ultimo mese, esclusi i test antigenici e quelli ripetuti del percorso guarigioni. Risultato: un marchigiano su quattro sottoposto a tampone molecolare (esattamente il 26,5%) è risultato positivo al Coronavirus. 

Statistiche estratte dal report di gennaio dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche, diretto dal dottor Marco Pompili, che completano l’analisi della seconda ondata dell’epidemia.

Che, a differenza della fase 1 concentrata soprattutto nel nord della regione, ha dilagato nelle cinque province, sia pure con intensità diverse. Ancona ha avuto un picco di oltre 1.400 casi settimanali a metà novembre, ma poi è scesa a 500 nella seconda parte di dicembre, sorpassata da Pesaro Urbino (intorno a 750 positivi settimanali) e persino da Macerata (550). Poi la curva di Ancona è tornata a salire fino a 1.150 casi nell’ultima settimana di dicembre e anche a gennaio è stata quella con più contagi, fino a chiudere a quota 867.

Ma la curva dei contagi della provincia di Ancona, più alta delle altre quattro in gran parte del periodo settembre-gennaio, è alimentata da un numero di tamponi più elevato. Basta osservare il dato di gennaio: la provincia del capoluogo ha avuto ben 16.700 persone sottoposte a tampone molecolare per diagnosi, con 4.193 positivi, uno su quattro, mentre Pesaro Urbino, con 3.243 su 9.515 test, è a un positivo ogni tre. Anche Macerata (30,6%) e Fermo (28,5%) hanno percentuali di positivi più alte di Ancona rispetto ai tamponi molecolari.

Scontato dunque, proprio per l’elevato numero di tamponi, che nella top ten dei comuni marchigiani con più casi positivi accertati a gennaio figurino ben 5 città della provincia di Ancona: oltre al capoluogo, Osimo, Senigallia, Fabriano e Jesi. Ancona è in testa con 924 nuovi casi dall’inizio dell’anno, seguita da Pesaro (793) Fano (592) Civitanova (526) e Osimo (381). E se l’epidemia miete vittime soprattutto tra gli anziani (l’età media dei quasi 2mila morti per Coronavirus nelle Marche è di 82 anni) a contagiarsi sono generazioni assortite e l’età media nella seconda ondata, soprattutto dall’impennata di metà ottobre, oscilla intorno ai 45-46 anni. Non è stato sempre così. Nella terza settimana di marzo il contagiato medio aveva 60 anni, ma allora si facevano tamponi quasi solo ai sintomatici e gli anziani erano più esposti. 

Poi si è scesi a 50 anni (a fine aprile) oscillando al ribasso fino ai 42 di metà agosto. L’età standard è risalita poi ai 48 di metà settembre, per poi piombare ai 36 anni della settimana 4-11 ottobre. Con l’ondata d’autunno e l’aumento dei casi è risalita anche l’età media, arrivando a stabilizzarsi da metà novembre a oggi intorno ai 45-46 anni. Interessante, fra le statistiche elaborate dell’Osservatorio epidemiologico, il grafico sulla distribuzione dei ricoveri per intensità di cura.

Nella prima fase dell’epidemia il picco dei ricoveri c’era stato a fine marzo - con 169 ricoveri in terapia intensiva, 331 in semi-intensiva e 531 in area non intensiva - mentre nella seconda ondata la curva si è tenuta su valori più bassi, forse grazie alle migliori terapie anti-virus. La maggiore pressione sui reparti Covid c’è stata tra il 26 e il 29 novembre, con picchi di 91 pazienti in terapia intensiva, 150 in semi-intensiva e 452 in non intensiva. Un altro rialzo a inizio gennaio, ma ora le tre curve, nonostante qualche sbalzo giornaliero, hanno piegato verso il basso. Ieri c’erano 68 pazienti Covid in terapia intensiva, 150 nelle aree di semintensiva e 394 nei reparti di cure non intensive.

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