L'assessore e la teoria gender con reazione a catena: «Polemica vergognosa». Flash mob di protesta dei consiglieri Pd

Il flash mob del gruppo consiliare del Pd alla Regione Marche
Il flash mob del gruppo consiliare del Pd alla Regione Marche
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 09:32

ANCONA - La Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia si è trasformata nelle Marche in un campo di battaglia politica, scatenata dalle parole dell’assessore regionale all’Istruzione Giorgia Latini che ha chiesto al ministero il ritiro della circolare in cui si invitavano «docenti e scuole a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali». 

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L’attacco
Per l’assessore ed il suo partito (la Lega) «è che dietro la lotta contro le discriminazioni si nasconda in realtà la volontà di propagandare la teoria gender tra bambini e ragazzi». Opinione condivisa da Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia che per primo ha stigmatizzato il contenuto del documento. Ma ieri le reazioni si sono scatenate: prima di tutto in consiglio regionale con un flash mob improvvisato dal Gruppo del Partito democratico. «Giornata internazionale contro l’ omofobia, la bifobia e la transfobia. Se non a scuola dove?» è la scritta comparsa in alcuni cartelli, con uno sfondo arcobaleno, che i consiglieri dem hanno attaccato ai divisori in plexiglass dei banchi in segno di protesta. 


Il confronto
Una presa di posizione che ha dato il via ad un acceso dibattito in aula, fino alla decisione del presidente del consiglio regionale Dino Latini che ha disposto la rimozione dei cartelli, non in linea con il regolamento: «non si tratta di censura del contenuto - ha precisato - ma il dibattito deve essere ricondotto ai temi all’ordine del giorno».

Micaela Vitri, responsabile Ali per i diritti civili e consigliera regionale delle Marche, ha sottolineato come «la scuola italiana rappresenta un contesto fondamentale in cui si forma l’identità dei giovani: per questo giudico vergognose, inquietanti e strumentali le polemiche sollevate dall’assessora Latini, che si scaglia contro il ministero e quindi contro occasioni di approfondimento con gli studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali». 


Le critiche
Reazioni a catena da parte dei coordinatori regionali del movimento Dipende da noi, Roberto Mancini e Paola Petrucci, che attaccano: «Non è il ministro dell’Istruzione a dover ritirare la circolare per la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia e ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, ma è l’assessora regionale all’Istruzione e pari opportunità delle Marche Giorgia Latini a dover ritirare il suo pregiudizio ideologico».


La teoria
Usano toni duri le associazioni marchigiane Arcigay Agorá Pesaro Urbino, Arcigay Comunitas Ancona, Liberə Tuttə, Non Una Di Meno Transterritoriale Marche che rispondono alla rappresentante della giunta Acquaroli: «È con grande sdegno che apprendiamo della disinformazione di cui è vittima l’assessora Latini in merito alla circolare del ministero dell’Istruzione. E siamo dispiaciuti di contraddirla nell’affermare che la “teoria del gender” (o ideologia del gender) non esiste. Si tratta di un’invenzione manipolatoria con il preciso scopo politico di dare argomenti a conservatori reazionari contrari ad ogni allargamento dei diritti civili e umani. Invece l’educazione alle differenze a scuola facilita una costruzione positiva dell’identità».

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