Dalle api ai funghi epigei, ma che fanno in consiglio regionale?

Dall’inizio del 2023 ci sono state solo 7 sedute dell’assemblea legislativa: zero leggi di peso

Dalle api ai funghi epigei, ma che fanno il consiglio regionale?
Dalle api ai funghi epigei, ma che fanno il consiglio regionale?
di Martina Marinangeli
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Giovedì 9 Marzo 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 15:24

ANCONA -  Si chiama assemblea legislativa ma, da un po’ di tempo a questa parte, lo è solo di nome. Nelle sette sedute del Consiglio regionale andate in scena dall’inizio dell’anno, sono state approvate solo quattro leggi - un paio di uno spessore quantomeno sottile - ed anche all’ordine del giorno del prossimo martedì, tra i banchi di Palazzo Leopardi si discuteranno solo interrogazioni e mozioni. Per carità, utili anche quelle. Ma il senso della più alta istituzione delle Marche dovrebbe essere ben altro. 

 


«Il regno del nulla»


L’ex consigliere regionale in quota Lega Luigi Zura Puntaroni, con il linguaggio colorito che l’ha sempre contraddistinto, durante la scorsa legislatura usava definire l’aula «il regno del nulla».

Epiteto un po’ forte, ma vista la china che sta prendendo, viene il dubbio che tutti i torni non li avesse. Per veder approvata una proposta di legge, si è dovuta attendere la terza seduta dell’anno (il 31 gennaio) dopo due giri a vuoto e, in questo caso, il tema era indubbiamente meritorio e centrato: una normativa che prevede incentivi all’insediamento nei piccoli comuni del cratere sismico marchigiano di personale dipendente del servizio sanitario per tamponare la carenza di medici.

E nell’idea originaria dei tre firmatari - Pasqui e Marcozzi di Forza Italia e Santarelli di Rinasci Marche - avrebbe dovuto essere ancora più incisiva: si era partiti infatti con l’intenzione di includere tutto l’entroterra, ma poi ci si è dovuti ridimensionare per la mancanza di risorse. Nella seduta successiva, quella del 7 febbraio, viene invece approvata la legge sull’apicoltura, pensata per «promuovere e valorizzare i prodotti apistici ottenuti da apiari ubicati nella regione Marche», si legge nel testo dell’articolato.

Una pdl ad iniziativa della maggioranza - prima firmataria la consigliera del Carroccio Menghi - che non verrà ricordata per aver segnato il corso della legislatura. Così come non entrerà negli annali la pdl, questa volta ad iniziativa della giunta, che va a modificare la disciplina per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei. Peraltro si è resa necessaria perché, come spiega il dossier che accompagna il testo, è «intervenuta la necessità di recepire i diversi rilievi governativi» e per «il conseguente impegno assunto dal presidente della giunta regionale di intervenire in tempi rapidi in adeguamento alla legislazione statale vigente». Dunque un atto dovuto più che il segno di una vitalità legislativa.


La foglia di fico


C’è stata poi la discussa modifica dello Statuto regionale per introdurre la figura del Sottosegretario alla presidenza della giunta, approvata in seconda lettura il 28 febbraio. Per il resto, il nulla o quasi. Perché se le interrogazioni servono soprattutto alla minoranza per monitorare e avere conto dell’operato dell’esecutivo regionale, usare la foglia di fico delle mozioni per dire che tanti atti vengono approvati non regge. Come spesso si usa dire in politica, infatti, una mozione non si nega a nessuno, ma poi difficilmente si traduce in qualcosa di concreto. Eppure, sui tavoli delle quattro commissioni permanenti ci sono diverse pdl giacenti - in buona parte presentate da consiglieri di opposizione - in attesa di essere discusse da mesi.

Gli equidi


Tra queste, spicca la proposta di legge sulle Disposizioni regionali relative al turismo equestre e alla valorizzazione delle attività con gli equidi, depositata da Lega e Fratelli d’Italia. Sui temi, ci sono margini di miglioramento. Ma al di là di questo, sembra essere venuto meno lo sprint. Dalla riforma della sanità (approvata ad agosto) in poi, gli unici atti di peso sono stati il bilancio di previsione 2023/2025 e l’approvazione del piano di spesa per i fondi europei. Anche questi, atti dovuti. La prossima legge capace di connotare un mandato sarà quella sull’urbanistica, annunciata dal governatore Francesco Acquaroli a fine 2022. Ma la giunta ci sta ancora lavorando e non è attesa nel breve periodo. E tra saltarello, infiorate, funghi epigei e attività con gli equidi, il Consiglio regionale perde smalto e tra le mura di Palazzo Leopardi riecheggiano le parole di Zura Puntaroni: «il regno del nulla».
 

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