La sveglia di Schiavoni: «Emergenza infrastrutture, un decalogo per il rilancio». Ecco le priorità di Confindustria

La sveglia di Schiavoni: «Emergenza infrastrutture, un decalogo per il rilancio». Ecco le priorità di Confindustria
di Martina Marinangeli
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Sabato 12 Settembre 2020, 08:45
Di obiettivi da centrare nel prossimo quinquennio, Confindustria ne presenta parecchi a quello che sarà il nuovo governatore delle Marche – nello specifico, tre emergenze e 10 priorità –, ma il primo punto in agenda riguarda la gestione del rapporto tra Regione ed associazione di categoria. «Chiediamo un coinvolgimento nelle scelte, un tavolo di confronto con la controparte politica», l’istanza del presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni che, guardando agli ultimi cinque anni, ha lamentato la mancanza «di un dialogo collettivo, ma solo uno a uno con gli assessori, e così si rischia di ragionare a comparti stagni». 


 
Il dialogo collettivo
Poi la stoccata al governatore uscente Ceriscioli: «Nell’ultima parte della legislatura, poi, siamo stati proprio tagliati fuori perché ci siamo rifiutati di firmare il protocollo regionale per la sicurezza nelle aziende, perché c’era già quello nazionale». Se quel che fatto è fatto, Confindustria affila però le unghie per il prossimo futuro e promette «di stare con il fiato sul collo» del prossimo numero uno di palazzo Raffaello, giocando d’anticipo con l’invio del proprio “manifesto” a tutti gli otto candidati governatori.

Le tre emergenze
Un documento che individua le tre emergenze regionali, ovvero Covid, sisma ed infrastrutture, ed elenca le dieci priorità per il rilancio economico: ascolto istituzionale, semplificazione e revisione della macchina amministrativa, capacità di attrarre talenti ed imprese, avanguardia nella gestione del territorio, investimenti sulle risorse umane, innovazione e ricerca, sviluppo sostenibile ed economia circolare, internazionalizzazione, credito e investimenti, turismo e rilancio delle filiere. Il decalogo targato Confindustria ha come ovvio scopo primario «il rilancio del sistema imprenditoriale, convinti che la manifattura debba essere al centro delle economie regionali, specie in vista dell’arrivo degli 8 miliardi di risorse europee del Recovery Fund», sottolinea Schiavoni, che pone l’accento sulla necessità di «una programmazione che evitidi dare soldi a pioggia e che, per ogni euro investito, abbia un ritorno in termini di Pil regionale». 

Rinascere dalle ceneri
Una ricetta per rinascere dalle ceneri del Covid, che nel primo semestre del 2020 ha prodotto un calo della produzione industriale del 22%, «mentre il 45% delle imprese ha visto dimezzato il fatturato ed il 56% prevede una mancanza di liquidità», cita i dati del Centro studi di Confindustria Schiavoni. 

I punti chiave del manifesto
A declinare, priorità per priorità, i punti chiave del manifesto c’erano anche Simona Reschini, presidente dei Giovani Imprenditori Marche, che ha posto l’accento sull’importanza della risorsa umana e della formazione, ed il presidente di Piccola Industria Marche, Gianni Tardini, secondo cui «occorre puntare su sviluppo sostenibile ed economia circolare, con un 35% delle risorse della programmazione Ue 2021-2027 da destinare alle filiere green». 

Il polso delle territoriali
Per le territoriali, invece, Domenico Guzzini, presidente Confindustria Macerata ha ricordato che, a 4 anni dal sisma, «la ricostruzione è al 3% e ci sono 463 mila tonnellate di macerie da rimuovere. Territori dimenticati dai politici che abbiamo mandato in parlamento e dall’attuale governatore, che non ha fatto nulla per le zone terremotate. Se le nostre richieste non verranno ascoltate, scenderemo in piazza». A Simone Mariani, presidente Confindustria Centro Adriatico, è invece toccata la nota dolente delle infrastrutture, materiali ed immateriali.

La terza corsia
Una sfida che passa per «la terza corsia sull’A14, collo di bottiglia italiano, con ipotesi di arretramento anche della ferrovia, un rilancio dell’aeroporto con maggiore entusiasmo rispetto al passato, l’uscita a nord dal porto di Ancona e la banda ultralarga».
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