COMUNANZA - Non fa svanire le preoccupazioni dei sindacati sul futuro dello stabilimento Whirlpool di Villa Pera l’incontro, nella sede di Confindustria ad Ascoli Piceno, tra le rappresentative provinciali e regionali di Fim, Fiom, Uilm, Ugl Metalmeccanici, Rsu del sito, da una parte, e dall’altra il responsabile nazionale delle relazioni sindacali Carmine Candeloro. Presente anche il direttore dell’insediamento comunanzese Salvatore Cavallo.
Un confronto sul territorio, mirato appositamente sul futuro prossimo della fabbrica di Villa Pera, che era stato chiesto da tempo dalle organizzazioni sindacali locali.
Nell’incontro di ieri l’azienda ha riconfermato le dichiarazioni di Bitzer sulla revisione della strategia delle attività anche in Europa, con termine dello studio per una valutazione adeguata a fine settembre. «Di fatto - rimarcano i sindacati - non è stata portata nessuna novità e ulteriore chiarimento rispetto a quanto emerso dalle parole di Bitzer». Comunque ieri Candeloro, a nome dell’azienda, ha riconfermato la vocazione esclusiva del sito di Comunanza riguardo la produzione di lavasciuga a livello Emea.
Ma le organizzazioni sindacali non sono soddisfatte. «Rimane la preoccupazione per la mancanza di investimenti sullo stabilimento di Villa Pera, l’impoverimento delle figure di ricerca e sviluppo, la mancanza di un progetto di ringiovanimento della forza lavoro. Allo stesso tempo abbiamo chiesto all’azienda dei segnali concreti rispetto alla crescita e alla stabilità del sito comunanzese. In ultimo, ma non per questo meno importante - continuano i sindacati - abbiamo riaffermato l’esigenza di ripartire dalle relazioni sindacali, nel merito delle condizioni di lavoro, con particolare riferimento ai cicli produttivi».
Insomma i lavoratori ed i loro rappresentanti vedono troppe nubi d’incertezza. Alimentate anche dal fatto che non è stato presentato ancora un nuovo piano industriale dopo la scadenza del precedente a fine anno scorso ed è stata riattivata la cassa integrazione. «Non vogliamo che la Whirpool sia un’altra azienda che delocalizza e fa spopolare un territorio già in crisi – dice il segretario provinciale Ugl Carlo Narcisi – e siamo preoccupati anche per tutto l’indotto, che impiega più di mille persone».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout