ANCONA - Due mesi sono troppi anche per un presidente del Consiglio regionale pacato come Dino Latini: mesi in cui, dopo il pasticcio avvenuto in terza commissione (Governo del territorio), l’attività si è praticamente fermata con una doppia riunione fissata mercoledì per le nomine nella prima e nella seconda.
Il pasticcio con Santini
Latini ha preso la palla al balzo per richiamare tutti i consiglieri all’ordine, invitandoli a superare l’impasse e a «dare credibilità alle istituzioni e alla politica».
«Non si perda ulteriore tempo per la nomina dei presidenti e vice presidenti delle Commissioni ancora non eletti. Ai cittadini apparirebbe astruso che il Consiglio regionale sia impegnato da due mesi a discutere di ciò che sotto gli occhi di tutti è evidente: chi è e fa maggioranza sta in maggioranza, chi è e fa minoranza sta in minoranza. Altrimenti verrebbe meno il valore della rappresentanza democratica, che pur libera di essere espressa con il cambio di schieramento di appartenenza politica, non può arrivare a essere contemporaneamente espressione dell’una e della parte opposta».
La stoccata ai consiglieri
Messaggio con destinatario: Santini o sta in maggioranza o all’opposizione e se sta in maggioranza non può fare il vice presidente. «Dico questo continua Latini - perchè dobbiamo superare l’impasse che da due mesi tiene sospesa l’attività delle Commissioni consiliari non permettendo di attuare il Regolamento e il patto consacrato in aula consiliare. Alle minoranze spettano i ruoli di vicepresidenti delle predette Commissioni, senza infingimenti o formalismi di sorta, diversi dall’effettiva realtà. Se ci sono state interpretazioni difformi si correggano». E se qualcuno facesse ancora orecchie da mercante: «Sarebbe un vulnus irreparabile che l’attuale minoranza non vedendosi garantire la sua rappresentanza nelle Commissioni, non partecipasse ai relativi lavori o fosse limitata delle sue prerogative. Se tale vulnus dovesse rimanere oltre l’ultimo termine che si è stabilito per il completamento delle Commissioni consiliari, credo che ciascuno dovrebbe trarne le consegue. Io certamente». Più chiaro di così.