Anche il caffè si paga con la carta: il Pos diventa obbligatorio per tutti

Anche il caffè si paga con la carta: il Pos diventa obbligatorio per tutti
Anche il caffè si paga con la carta: il Pos diventa obbligatorio per tutti
di Martina marinangeli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Luglio 2022, 09:53

ANCONA - Ciao ciao contante. Da ieri è scattato l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di avere il Pos, con annesse sanzioni per coloro che non consentiranno ai propri clienti di fare pagamenti con carte e bancomat. E questo riguarda chiunque offra prodotti e servizi al pubblico: dagli esercenti, ai tassisti, dai medici ai tabaccai.

Una mezza rivoluzione, in un Paese che ha sempre osteggiato questo tipo di riforma. Chi ora fosse sprovvisto di Pos e rifiutasse la richiesta di pagamento con strumenti elettronici, incapperà in una multa di 30 euro più il 4% del valore delle transazione. Per fare un esempio, in caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante andrebbe incontro ad una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile). Inoltre, la normativa non prevede alcuna soglia minima di pagamento sotto la quale non scatti la sanzione, dunque il discorso vale anche per un caffè al bar.

Il decreto

Le nuove regole sono state introdotte dall’ultimo decreto Pnrr - che ha anticipato di sei mesi l’entrata in vigore delle multe - con l’obiettivo di perseguire in ogni modo e ad ogni livello l’evasione fiscale. Nelle Marche, sono 143.823: le imprese interessate dalla riforma, di cui 9820 attività ricettive e ristorazione, 3.216 attività di commercio all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni e 5.723 attività professionali e tecniche. Sebbene finalizzato alla limitazione della bad practice dei pagamenti in nero, il decreto non è stato accolto da tutti con favore, con alcuni esercenti che hanno fatto notare come, per le piccole realtà, il costo della moneta elettronica sarebbe troppo elevato - soprattutto sulle transazioni di importo ridotto - tra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo.

Un problema che però ha anche già una soluzione, come sottolinea Caterina Lucarelli, docente di Economia degli intermediari finanziari all’Università Politecnica delle Marche: «C’è molta competizione tra gli intermediari ed esistono anche le nuove piattaforme basate su un’offerta completamente digitale di questi servizi. Gli intermediari che continuano ad applicare commissioni inaccettabili, saranno quelli che verranno eliminati dal mercato». In generale, secondo la docente, quello dell’uso sempre più sistematico dei pagamenti elettronici «è un processo di evoluzione a cui il nostro Paese deve tendere. Ci adeguiamo agli usi che sono quelli del resto del mondo. Statisticamente siamo infatti il Paese che utilizza meno gli strumenti elettronici. Sono pagamenti sicuri, comodi e veloci». Ed aggiunge: «Una delle principali ragioni istituzionali è quella di evitare l’uso del contante quale modo per nascondere il sommerso. Si vuole tracciare tutto ciò che è una prestazione professionale che, con l’uso del contante, potrebbe essere nascosto. Inoltre, per le deduzioni delle prestazioni in sede fiscale, è più comodo perché vengono riconosciute automaticamente. Un’evoluzione necessaria che spingerà i nostri comportamenti verso una maggior trasparenza».

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