Istruzioni per l’uso per le elezioni politiche che verranno: preparare la cartina geografica perché la riconfigurazione dei collegi contemplerà un incrocio di zone differenti tra Camera e Senato da una parte e tra uninominale e proporzionale dall’altra. Iniziamo intanto dai freddi numeri: le Marche scenderanno da 24 rappresentanti in Parlamento a 15. Così suddivisi: da 16 seggi alla Camera a 10 (di cui 4 uninominali). Da otto al Senato a cinque (di cui due uninominali).
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Le Marche, come le altre regioni italiane, atterrano nella nuova mappa dei collegi elettorali dopo il referendum che lo scorso 20/21 settembre ha ratificato il taglio dei parlamentari da 945 a 600. A valle dell’esito della consultazione costituzionale, nelle ultime ore il governo ha approvato il decreto legislativo che ridisegna i collegi in caso di ritorno alle urne. La definizione è stata effettuata sulla base della proposta della commissione tecnica, composta da dieci esperti in materia e presieduta dal Presidente dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), Gian Carlo Blangiardo. L’incrocio della mappa con la legge elettorale crea collegi con criteri di rappresentanza a Camera e Senato piuttosto anomali. In particolar modo, sempre a meno che non venisse approvato un proporzionale, applicando il Rosatellum ai nuovi collegi le criticità riguarderebbero in particolar modo quelli uninominali. Prendiamo l’esempio delle Marche al Senato che secondo la Costituzione viene eletto su base regionale: con due seggi uninominali le Marche andrebbero tagliate in due e ogni seggio avrebbe una rappresentanza media di circa 770mila persone.
Con l’ok del referendum alla legge sul taglio ai parlamentari, l’esecutivo di Giuseppe Conte aveva tempo 60 giorni (più 15 di vacatio legis) per rimettere a posto i collegi elettorali. Tecnicamente si potrebbe andare a votare non appena il decreto sarà convertito in legge.
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