Marche, i turisti sono italiani
e scelgono le mete al mare

Marche, i turisti sono italiani e scelgono le mete al mare
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Mercoledì 25 Giugno 2014, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 16:15
ANCONA - Marche, i turisti parlano italiano e cercano il mare. Lo si evince dai dati dell’Osservatorio Isnart Unioncamere, elaborati da Cna e Confartigianato Marche. Lo scorso anno l’83 per cento di coloro che ha scelto di visitare la nostra regione, era di nazionalità italiana e solo il 17 per cento proveniente da oltre confine. Inoltre il 65,3 per cento delle presenze turistiche si è concentrato nel periodo estivo ed ha trascorso al mare il periodo di vacanza mentre il 21,6 per cento ha optato per le città d’arte, il 12 per cento il verde e la montagna e meno dell’1 per cento le località termali. Un turista, quello balneare, che spende meno del turista in cerca di arte e cultura: ogni giorno il turista al mare ha speso mediamente, tra alloggio, ristorazione ed extra, 122 euro mentre il turista culturale ne ha spesi 137.



“Secondo noi affermano i segretari regionali della Cna Otello Gregorini e della Confartigianato Giorgio Cippitelli “ partendo dalla campagna promozionale della Regione Marche, se vogliamo incrementare la presenza turistica di stranieri ma anche di visitatori italiani, bisogna puntare sugli stupendi scenari dell’entroterra, sui piccoli borghi, sulle ricchezze culturali ed enogastronomiche delle Marche, creare una forte sinergia e predisporre iniziative per incentivare le presenze turistiche nelle Marche non solo d’estate ma tutto l’anno. In particolare proponiamo di valorizzare percorsi turistici integrati, legati da un filo rosso capace di tenere insieme mare, verde, arte, artigianato, enogastronomia e cultura. Un obiettivo al quale le associazioni artigiane possono contribuire in maniera importante, vista la loro capillare presenza sul territorio con 2.000 botteghe di artigianato artistico e tradizionale e la perfetta conoscenza di sistemi turistici locali, degli operatori e delle potenzialità dei luoghi”.



Nel 2013, rispetto all’anno precedente, le presenza turistiche nelle Marche sono comunque aumentate (+1,2 per cento) e sono aumentati in maniera considerevole anche i consumi (+26,3). Il turista tipo che visita le Marche è nella maggior parte dei casi giovane, diplomato, in viaggio con la famiglia e appartenente ad una fascia di reddito media. Si è invece ridotta la durata della vacanza, passata sa 14 a 8 notti. In crescita soprattutto le vacanze mordi e fuggi del week end (dal 10,1 al 28,1 per cento) mentre si dimezzano i soggiorni superiori alle due settimane (dal 36 al 15,3 per cento).



Quello delle Marche è soprattutto un turismo “di contiguità”, con i visitatori che provengono soprattutto dalle stesse Marche (19,1), dall’Emilia Romagna (13,6), Abruzzo (13,6& e Lazio (12 per cento). La provenienza dei turisti dall’estero riguarda in particolare la Germania (18,5), la Francia (14,4), l’Olanda (13,0), l’Inghilterra (12,9).



A farci visita sono in prevalenza quelli che già ci conoscono o direttamente o perché loro conoscenti hanno parlato bene delle Marche. Addirittura il 64,5 per cento di chi ha scelto le Marche lo scorso anno lo ha fatto su consiglio di amici e parenti e il 26,8 per cento attraverso internet mentre la pubblicità ha influenzato le scelte del 6,8 per cento dei turisti. A muovere i visitatori delle nostre località turistiche soprattutto l’enogastronomia (74,6 per cento) e la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale (28,6).



I turisti nel 2013 hanno lasciato nelle Marche 1 miliardo e 468 milioni di euro contro 1 miliardo e 163 milioni spesi nel 2012. Il 58,8 per cento di questa somma è stata spesa nelle strutture di alloggio e ristorazione, mentre l’11,2 per cento se n’è andata in prodotti agroalimentari, il 16,4 per cento in abbigliamento ed altri prodotti manifatturieri e l’8,4 per cento in attività ricreative e culturali.



“Per la nostra economia - sostengono Cippitelli e Gregorini - le ricadute economiche nel 2013 sono state importanti e ci auguriamo che nella stagione in corso possano avere un ulteriore incremento. Per le piccole e medie imprese dell’artigianato e del commercio sarebbero un aiuto fondamentale in un anno che si presenta ancora difficile per la contrazione dei consumi interni”.
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