L’assessore regionale Carloni: «Nodo cinghiali, situazione sotto controllo con una filiera istituzionale»

L’assessore regionale Carloni: «Situazione sotto controllo con una filiera istituzionale»
L’assessore regionale Carloni: «Situazione sotto controllo con una filiera istituzionale»
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Sabato 19 Giugno 2021, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 10:58

ANCONA - Non solo gli abbattimenti selettivi. Ma anche altri l’eliminazione di possibili fonti di cibo, di rifugi nelle aree verdi, l’utilizzo di repellenti olfattivi, la messa in sicurezza delle aree frequentate dai cittadini con recinzioni elettrificate. Sono queste le strategie messe a punto con la stipula del protocollo che avrà una validità sovrapponibile all’attuale Piano di controllo regionale del cinghiale, in scadenza il 31 dicembre 2023.

« La presenza dei cinghiali, nelle Marche - spiega l’assessore regionale Caccia e Pesca Mirco Carloni -, ha creato una vera e propria emergenza specie nelle aree pubbliche destinate a verde attrezzato, dove solitamente giocano i bambini, incuranti dell’eventuale pericolo.

A questi si sommano i danni alle attività agricole e i numerosi incidenti stradali che, con una frequenza ormai consolidata, mettono a rischio l’incolumità degli automobilisti e dei motociclisti». 


Così nell’ultimo incontro con la prefettura di Pesaro, le rappresentanze municipali e gli organismi di vigilanza, hanno deciso di cooperare attivamente e con urgenza, creando una filiera istituzionale in grado di rispondere insieme al problema nel massimo della legalità e della trasparenza. Da questa collaborazione è nato appunto il Protocollo cinghiale, firmato da Regione Marche, Prefetture, Polizie provinciali, Ambiti territoriali di caccia, Anci (Comuni), associazioni agricole e venatorie: la cabina di regia si riunirà in prima seduta entro un mese e secondo un piano di attività concordato. Soddisfatto il vice presidente della Regione, Carloni: «Ringrazio tutti i firmatari per non averci lasciati soli come Regione e per essere accanto alle Province, ai Comuni e a chi fa i controlli sul territorio. Questo provvedimento interessa tutti: agricoltori, cacciatori, ma soprattutto i cittadini. Ovviamente abbiamo previsto risorse per dare ai Comuni la possibilità di agire: la Regione metterà a disposizione per iniziare, 80mila euro. Un budget che potrà essere integrato in caso di altre esigenze». 


Il piano straordinario di intervento coordina in modo sinergico l’intervento di tutti gli enti preposti assieme al volontariato e alle associazioni: andrà anche colmare il vuoto legislativo aggiornando di fatto il quadro normativo regionale, così da poter garantire in modo rapido legittimo e soprattutto in sicurezza la possibilità di contrastare la presenza del cinghiale nelle aree urbane. Infine servirà ad organizzare le adeguate risorse finanziarie e umane per gestire in modo efficiente ed efficace il controllo delle popolazioni di cinghiale ancora più congruo con le reali densità dell’ungulato nei singoli territori di appartenenza. 


I soggetti coinvolti nella nuova gestione si impegnano a creare una cabina di regia con un gruppo di coordinamento tecnico - convocato dalla Regione Marche - finalizzato sia per produrre protocolli tecnici di dettaglio, «nel rispetto di quanto previsto dal protocollo nonché dagli strumenti tecnici di settore e dalla normativa vigente, sia per monitorare costantemente i risultati conseguiti, relazionando con cadenza annuale (entro il 31 gennaio) alla Regione, per ogni provincia delle Marche». 

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