ANCONA - Tantissime ciclovie. Poi impianti sciistici. Ma anche sentieri, percorsi di media e alta montagna, centri termali e residenze sanitarie. Aprire i 130 progetti presentati all’interno del contratto istituzionale di sviluppo è un po’ come fare un giro nel mondo dei sogni nel cassetto dei paesi che, in pieno post sisma, dopo ricostruzione pubblica e privata provano a pensare anche a che tipo di strutture vorrebbero per attirare investimenti e sostenere l’economia.
Totale: dai comuni del cratere sono giunte richieste 900 milioni. Verosimilmente ne verranno erogati un centinaio alla fine del percorso che parte dalla Regione, si struttura tra Invitalia e ministero della Coesione per arrivare alla cabina di coordinamento del sisma che stilerà il punto di arrivo. Si è, dunque, sviluppato un dialogo multilivello che, grazie alla condivisione di obiettivi e strategie a medio e lungo termine, ha moltiplicato le potenzialità strategiche che la Regione intende riservare all’area del sisma che rappresenta circa il 40% del territorio regionale.
Il nucleo di valutazione, coordinamento e assistenza tecnica ha esaminato tutte le proposte seguendo i criteri generali e, valutandoli tutti idonei al finanziamento, li ha trasmessi nei termini previsti ad Invitalia, all’Agenzia per la coesione territoriale e al Commissario per la Ricostruzione Legnini, avendo avuto cura di suddividerli negli ambiti di intervento indicati dal Ministero del Sud e della coesione.
«La grande partecipazione testimonia la ‘voglia di futuro’, di ripartenza, di attivare quelle leve strategiche per far tornare competitivi i territori duramente colpiti dal sisma e, se possibile, ancora più forti, invertendo la tendenza di spopolamento e diventando attrattivi per i giovani, offrendo lavoro, servizi ed una qualità della vita elevata.
Tradotto: se il contratto istituzionale per dimensioni economiche, potrà coprire solo una parte delle progettualità proposte, «attraverso gli altri strumenti è intenzione della Regione dare la più ampia copertura alle istanze di comuni» conclude Castelli .