Omicron, ecco dove sono stati registrati i primi casi nelle Marche. Numeri destinati a crescere. Piano per riconvertire i reparti negli ospedali

Omicron, ecco dove sono stati registrati i primi casi nelle Marche. Numeri destinati a crescere. Piano per riconvertire i reparti negli ospedali
Omicron, ecco dove sono stati registrati i primi casi nelle Marche. Numeri destinati a crescere. Piano per riconvertire i reparti negli ospedali
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Martedì 21 Dicembre 2021, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:41

ANCONA - Era solo questione di tempo. I primi due casi di variante Omicron sono stati individuati dal laboratorio di Virologia degli Ospedali riuniti di Ancona diretto dal professor Stefano Menzo. Si tratta di due uomini, uno di Loreto, l’altro dell’Ascolano ed ora è partito il tracciamento per individuare i loro contatti stretti nel tentativo di arginare quanto possibile il contagio. Ma, come già accaduto in passato con altre varianti, i casi sono destinati ad aumentare. Con ogni probabilità, infatti, la variante sta circolando ormai da giorni nel nostro territorio. 

Ricoverati due commercianti no vax, uno ha contagiato anche un parente. L'ospedale scoppia: finiti i posti letto Covid

 
Le maglie del sequenziamento
I due tamponi risalgono a venerdì e ieri, nelle maglie del sequenziamento di 15 campioni totali, sono risultati positivi alla Omicron. La virologia di Torrette sequenzia mediamente 60 campioni a settimana e la variante Delta resta comunque ancora quella prevalente in regione, come rilevato dal laboratorio, il primo centro ad essere attivato nelle Marche per l’analisi dei tamponi e il sequenziamento dei singoli test.

Uno sgradito regalo di Natale, come fu nel 2020 quello recapitato da Alpha, la cosiddetta variante inglese, che piombò su Loreto come un incubo il 23 dicembre e si tradusse a stretto giro di posta in una vertiginosa impennata dei contagi. 


Di nuovo lo stesso comune
Ed oggi è di nuovo Loreto a fare per prima i conti con la una nuova ed ancora poco conosciuta variante: già da giorni la città aveva registrato un notevole aumento dei casi, tanto che il sindaco Moreno Pieroni aveva emesso un’ordinanza per l’uso della mascherina all’aperto dal 9 dicembre, ben prima che la regione scivolasse in zona gialla


Le parole dell’assessore
«L’arrivo della variante Omicron nelle Marche era inevitabile – l’amara consapevolezza dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -: è importante andare avanti con la campagna vaccinale perché la terza dose ha dimostrato di dare una risposta anticorpale molto importante, specie contro le varianti, certamente superiore alle prime due. Non è un caso se i contagi si sono alzati nell’ultimo mese, ma il numero dei ricoverati resta molto più basso rispetto a un anno fa». Il primo caso di Omicron nelle Marche era stato certificato dall’Istituto Spallanzani di Roma: si trattava di una minore di Tolentino arrivata in Italia dal Sudafrica con un volo dell’Ethiopian Airlines. Per far fronte a questa fase pandemica acuta resa ancora più complicata dalla comparsa della Omicron, il ministero della Salute ha inviato a tutte le Regioni una circolare in cui sottolinea come, «alla luce dell’attuale andamento epidemico ed altresì in considerazione degli ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione della variante virale B.1.1.529, designata dall’Oms come variante Omicron, si ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da Sars-CoV-2, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da Covid in relazione alle specifiche necessità assistenziali». Per oggi è previsto un incontro tra il dirigente del dipartimento Salute della Regione, Armando Gozzini, e le aziende ospedaliere finalizzato a definire gli spazi aggiuntivi da destinare ai pazienti Covid senza paralizzare di nuovo l’attività ordinaria dei nosocomi come avvenuto nelle precedenti ondate. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA