I sindaci dei piccoli Comuni contro la ripartizione dei fondi per le case popolari: «Tempi troppo stretti e capoluoghi favoriti»

I sindaci dei piccoli Comuni contro la ripartizione dei fondi per le case popolari
I sindaci dei piccoli Comuni contro la ripartizione dei fondi per le case popolari
di Andrea Taffi
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Martedì 11 Maggio 2021, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 08:09

ANCONA - «Gentilissimo presidente Acquaroli, come certamente saprà, il sisma del Centro Italia a cavallo tra il 2016 ed il 2017 ha stravolto le vite di tantissimi cittadini». Inizia così la lettera inviata nei giorni scorsi al governatore delle Marche da 18 sindaci di Comuni del cratere sismico (siamo nelle provincie di Ascoli e Fermo), che rischia di aprire un nuovo fronte interno nell’ambito degli appalti per l’edilizia residenziale pubblica. 

 
Le firme di 18 sindaci
Ci sono i primi cittadini di di Force, Roccafluvione, Appignano, Offida, Cossignano, Castorano, Castignano, Montegallo, Folignano, Montedinove, Montefortino, Montelparo, Comunanza, Montefalcone Appennino, Palmiano, Colli del Tronto, Santa Vittoria in Matenano e Rotella. «Il percorso di ricostruzione non è certamente immediato - è il preambolo dei sindaci - ma siamo convinti che la strada intrapresa grazie al Commissario Legnini sia quella giusta e ci fa guardare con fiducia al futuro».

Qui si entra nel vivo della questione con l’esame dei provvedimenti che hanno investito il settore (la delibera Cipe 127 e la delibera di giunta regionale 483 del 20 aprile scorso): sono documenti fondamentali perché fissano i criteri per la programmazione dei fondi statali per interventi di edilizia residenziale sociale nei territori danneggiati dai sismi. «Vogliamo però porre alla vostra attenzione - scrivno i sindaci - due elementi di valutazione. Il primo riguarda le tempistiche: per i comuni, in particolare quelli di più ridotte dimensioni, risulta difficile procedere ad attivare tutte le misure volte alla partecipazione ad un bando con scadenza soli 12 giorni dopo, tenuto conto che nel mentre sono intercorse festività come quelle del 25 aprile e del 1 maggio. Pertanto, chiediamo una proroga dell’avviso o comunque di aprire una nuova finestra al fine di poter garantire una partecipazione da parte di tutti i possibili soggetti interessati».


Il secondo tema
Il secondo punto, se possibile, è ancora più delicato della questione dei tempi e verte sull’ambito più importante della delibera 483 (30 milioni in ballo). Ovvero: «agevolare il recupero e la ristrutturazione degli edifici di edilizia popolare siti nei centri storici, specie dei piccoli comuni, essendo quelli che più necessitano di interventi di riqualificazione perché maggiormente lesionati dal sisma». Fin qui tutto bene mentre sarebbe disallineato dall’obiettivo indicare una premialità «per i comuni ad alta tensione abitativa. Tale criterio rischia al contrario di penalizzare i piccoli comuni in quanto non ad alta tensione abitativa». Tradotto: c’è il timore che lo stanziamento del governo possa aiutare più capoluoghi come Ascoli e Macerata che non i piccoli comuni. 

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