Il cardinale Capovilla compie 100 anni
E' il più anziano vescovo d’Italia

Il cardinale Capovilla compie 100 anni E' il più anziano vescovo d’Italia
di Roberto Senigalliesi
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Martedì 13 Ottobre 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 11:48
ANCONA - È il più anziano vescovo ’Italia, il quarto al mondo, e oggi compie 100 anni. Si tratta di monsignor Loris Francesco Capovilla, nominato cardinale da Papa Francesco il 12 gennaio dello scorso anno “per il suo servizio di una vita per il bene della Chiesa”. Pur non essendo marchigiano di nascita, Capovilla nella nostra regione ha lasciato una traccia indelebile: è stato prelato e delegato pontificio della Santa Casa di Loreto per 17 anni, dal 1971 al 1988. Ma, in precedenza, questo principe della Chiesa, nato a Pontelongo in provincia di Padova il 14 ottobre del 1915, era stato per dieci anni, dal 1953 al 1963, segretario particolare di monsignor Angelo Roncalli (quando era stato nominato patriarca di Venezia, poi quando divenne papa Giovanni XXIII). Una lunga militanza nella chiesa, la sua, tant’è che ha ricoperto i ruoli di predicatore a Radio Venezia (è iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1950 ed è autore di diverse pubblicazioni) e di arcivescovo nella Diocesi di Chieti-Vasto dal 1967 al 1971, prima di venire a Loreto. Anche oggi, Capovilla nonostante l’età, rappresenta un preciso punto di riferimento per la Chiesa. Vive, dal 1988, a Sotto il Monte (Bergamo), nel paese natale di Papa Giovanni XXIII dove continua a ricevere tante visite. Dalla sua residenza partecipa con la preghiera ai lavori dei padri sinodali, riuniti a Roma per il Sinodo sulla famiglia. “Non mi sento lontano da Roma e dal corpo di tutta la Chiesa e di tutta l’umanità - ha detto qualche giorno fa in una intervista all’agenzia Sir - Credo che esista un solo Dio, una sola legge che è l’amore e un solo scopo che è spendere la vita per aiutare i miei fratelli e le mie sorelle”. Ovviamente, data l’età, il cardinale Capovilla ha attraversato diversi momenti storici e religiosi. Cosa è cambiato da quando era un giovane sacerdote? “È un momento bello per la storia della Chiesa e dell’umanità. La mia mente - è sempre la sua testimonianza al Servizio informazione religiosa - è piena di pensieri di pace, di serenità e di speranza nei fratelli e sorelle di tutto il mondo. Qualunque sia il giudizio degli uomini, la società civile ha camminato e la Chiesa anche. La Chiesa che mi ha battezzato cento anni or sono è la stessa di oggi ma con una grande differenza: ha aperto gli occhi e ha dilatato gli spazi del cuore. Abbiamo prodigi di carità, di amore, di tolleranza e di fraternità universale”. E non lo preoccupano le sfide del presente: “Non siamo allo sbando ma, come ha detto Papa Giovanni XXIII - in apertura del Concilio Vaticano II, Tantum aurora est - quella che stiamo vivendo è l’aurora della Chiesa. Il giorno verrà, piano piano. La Chiesa va avanti, sempre. Il Concilio Vaticano II è stato un passo avanti come lo sono stati il Vaticano I, il Concilio di Trento, il Concilio di Nicea e indietro fino al primo che si è tenuto nell’anno 50 ed è impropriamente chiamato Concilio di Gerusalemme. Il quale si conclude con le parole di Pietro, che ha ricevuto tutti i poteri da Gesù: Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi. Questa è la collegialità e la fraternità. In questo ripongo speranza e fiducia. Anche oggi e per il futuro”.
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