L’inverno demografico nelle Marche: si salvano solo 5 comuni su 225

il professor Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat
il professor Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 15 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:27

ANCONA - Su 225 comuni marchigiani soltanto 5 mostrano un saldo positivo della popolazione residente nel confronto di lungo periodo tra il 2008 e il 2021. E a parte le eccezioni virtuose di Colli al Metauro, Montelabbate, Castelbellino, Camerata Picena e Ortezzano, la nostra regione mostra una tendenza all’inverno demografico in linea con il trend italiano, dove l’età media della nascita del primogenito è passata da 30 anni nel 2008 a 31,4 dell’anno scorso. E il tasso di fecondità è sceso ormai anche per le famiglie straniere, che non hanno neanche i nonni a poter aiutare nella gestione dei figli: era di 2 figlie e mezzo a famiglia nel 2008, è sceso a 1,87 nel 2021. 

La relazione


Dati emersi ieri dalla relazione del professor Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat sul tema “La situazione marchigiana: andamento demografico, efficacia delle misure welfare, conseguenze e criticità”, che ha presentato i dati sulla demografia in Italia e nella nostra regione.

L’occasione è stata l’incontro tenuto a Colle Ameno di Ancona sul tema “I Comuni e la Regione a sostegno della natalità”, organizzato da Anci Marche e Forum delle Associazioni Familiari Marche, con il patrocinio del Consiglio regionale.


Nelle Marche la situazione è simile a tutta Italia nelle province così come nelle principali città, con piccoli distinguo. I dati evidenziano - secondo la relazione del professor Blangiardo - «che il valore dei figli e della genitorialità - riassume una nota di Anci Marche - è ancora concreto ma la disponibilità a fare sacrifici per far nascere e sostenere la famiglia è scesa». Oggi abbiamo 1,25 figli per donna, con un trend di nascite decrescente. Nascono in Italia 400mila bambini l’anno ma ogni anno circa il 2% in meno. Il calo è ancora più accentuato nelle Marche, dove tra gennaio e ottobre 2021 (ultimo dato aggiornato dall’Istat) sono venuti alla luce 7.320 bambini, in linea con il dato del 2021, quando le nascite erano state 9.222, con un -210 rispetto al 2020 (-2,3%). Tra il 2007 e il 2010, per capire quanto sia rapida la decrescita, i nati nelle Marche avevano oscillato tra i 14.000 e i 14.600. L’evoluzione nazionale prevede che da 59 milioni abitanti in Italia, nel 2070 ne avremo 48 milioni, con 250 mila nati contro i 400mila attuali. Nel 2070 avremo il doppio dei morti rispetto alle nascite e gli over 90enni (ora 800mila) saranno 2,2 milioni, mentre i neonati scenderanno da 395mila a 360mila. 


Batosta sul Pil


«Le conseguenze – ha aggiunto il presidente Istat - riguardano in primis il Pil che dai 1.800 miliardi attuali scenderà di 500 miliardi nel 2070 perché diminuisce la popolazione in età lavorativa». Per Filippo Saltamartini, vicepresidente della giunta regionale, «dovremo riflettere sul fatto che le famiglie oggi sono meno in grado di finanziare un progetto per i figli, come diceva la stessa ministra della famiglia Roccella», intervenuta con un videomessaggio in cui sottolineava «la necessità della partecipazione di tutti gli attori istituzionali per affrontare seriamente questo problema e su cui c’è l’attenzione del Governo». Il cardinale Edoardo Menichelli ha fatto riferimento alla necessità di cambiare l’approccio culturale uscendo dalla prospettiva dell’Io secondo la quale «i figli da investimento e dono sono diventati un costo e una causa di riduzione di libertà». «Serve un patto stato/aziende per affrontare la denatalità», ha auspicato il capogruppo FdI in Consiglio regionale Carlo Ciccioli. 

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