Balneari sul piede di guerra: «Si va in piazza». «No, fermi»

Tensione all’assemblea Sib-Confcommercio Marche, imprenditori pronti a manifestare. Acquaroli: «La nostra eccellenza non deve andare all’asta»

Balneari sul piede di guerra: «Si va in piazza». «No, fermi»
Balneari sul piede di guerra: «Si va in piazza». «No, fermi»
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 17:00

ANCONA - La saga delle concessioni demaniali continua ad ardere infiammando gli animi degli operatori del settore. Adesso la data da cerchiare in rosso è quella del 20 aprile, quando si esprimerà sulla materia la Corte di Giustizia Europea. Intanto ieri mattina si è svolta ad Ancona l’assemblea regionale del Sib-Confcommercio: in platea era palpabile la tensione dei tanti gestori di stabilimenti balneari della riviera. A loro ha teso la mano il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che con la sua presenza ha voluto ribadire «la complessità della fase che si sta vivendo - ha affermato il governatore - e la battaglia per un settore che non vogliamo venga messo all’asta».


I nodi  



Punto primo: la mappatura delle aree demaniali per l’applicazione o meno della direttiva Bolkestein. «Il governo nazionale - ha sottolineato Acquaroli - sta lavorando su questa direttrice e su un’interlocuzione con l’Europa in difesa delle nostre imprese».

Parole che, in qualche modo, hanno cercato di rassicurare gli imprenditori. Ma di fatto nel calendario degli operatori balneari c’è la data perentoria del 31 dicembre 2023. Perché nell’ultimo Milleproroghe c’è stato il sì alla proroga di un anno, al 31 dicembre 2024, delle concessioni balneari attuali. Ma successivamente è intervenuta la bocciatura del Consiglio di Stato. Dunque si è di nuovo rimesso in gioco tutto. «Il modello che temiamo ha proseguito Acquaroli - è quello che viene ad importare e costruire qualcosa solo basato sull’utile e che può essere nemico del territorio. Si rischia di perdere una competenza e una competitività imprenditoriale che ha contribuito a creare un modello di eccellenza che tutta l’Europa ci invidia».


L’ultima spiaggia 


Sulla questione della mappatura si gioca la partita decisiva. O almeno questo è quanto sperano gli imprenditori balneari. «La questione della scarsità di risorsa come presupposto per l’applicativa della Bolkestein è determinante - ha rimarcato Antonio Capacchione, presidente nazionale del Sib-Confcommercio -, c’è ancora molto demanio disponibile». Solo che, a questo punto, occorrerebbe mettere mano al sistema normativo che attiene anche al codice della navigazione «dove ci sono pareri del Genio civile alle opere marittime, dell’Intendenza di Finanza, che non esistono più» puntualizza Capacchione. Non fosse, però, che pensare di ridisegnare oggi le linee demaniali appare una soluzione quantomai macchinosa, se non inattuabile nell’immediato. Intanto il comparto freme, e a difficoltà riesce a tenere a freno la forte agitazione. In Italia sono oltre 26mila le concessioni demaniali di cui 15.414 ad uso turistico-ricreativo (58,6%). Nelle Marche, dove le imprese balneari sono 390, le concessioni ad uso turistico-ricreativo sono 1.098 (7,1%) per un’estensione territoriale che sfiora i 2 milioni e mezzo di metri quadrati. In sala, ad un certo punto, ha cominciato a serpeggiare l’invito a scendere in piazza. Capacchione ha teso l’orecchio: «Siamo pronti a tutto pur di difendere il nostro lavoro - ha detto -, ma manifestare contro un governo che si è detto al nostro fianco potrebbe non essere la scelta giusta». «È arrivato il momento, però, che qualcuno difenda il nostro turismo» ha ribattuto il direttore generale di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco. 

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