ANCONA - È una partita delicatissima quella che riguarda gli spostamenti nelle tre giornate clou delle festività natalizie, con il governo e gli esperti scettici sugli allentamenti, richiesti invece a livello trasversale dalla politica. L’ultimo round in ordine di tempo è il passaggio in Parlamento dello stop alla blindatura dei piccoli Comuni per i giorni 25, 26 dicembre e primo gennaio 2021. L’ipotesi è che la modifica vada alla Camera giovedì 17 e al Senato il giorno successivo.
LEGGI ANCHE:
Dalle Marche si attende con una certa apprensione l’esito del confronto romano, considerata la geografia del territorio e la densità della popolazione: 227 Comuni, solo 15 superano i 20mila abitanti, 161 sono quelli sotto i 5mila e 50 sono i piccoli borghi sotto i mille residenti. Il provvedimento dunque consentirebbe ai marchigiani di non vivere quelle giornate in un isolamento esagerato, al contrario di chi risiede nelle città più grandi e quindi con una possibilità di spostamento maggiore. Per questo nei giorni scorsi la giunta regionale si è allineata con le richieste di altri governatori per cercare di smussare gli angoli ad un rigore penalizzante per chi ha scelto di vivere nei borghi. A complicare la situazione c’è un ostacolo tecnico di non poco conto: per rendere effettivi i ritocchi è necessario che il dl venga approvato in via definitiva e pubblicato in Gazzetta ufficiale entro il 24 dicembre. Se questa tempistica non venisse rispettata, resterebbe in vigore la disposizione originaria, che vieta tutti i movimenti.
Dunque il pressing è continuo, ma anche lo scetticismo tra gli esponenti del governo, supportati dagli esperti del Cts. Decisi a mantenere tutti i divieti i ministri per gli Affari Regionali Boccia quello alla Salute Speranza«contrarissimi a rimuovere o allentare i vincoli». Sulla stessa linea Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico che ha sottolineato come «questo virus non consenta deroghe».
Rallentare le misure anticovid a Natale «è una decisione politica, responsabilità del governo e, nel caso, del Parlamento.